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Chiara Corbella verso la beatificazione: incinta, non curò un cancro per salvare il figlio

Si chiude il processo di beatificazione per Chiara Corbella, la donna incinta che rinunciò alle cure di tumore per non mettere a rischio la vita del feto che aveva in grembo.
A cura di Beatrice Tominic
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Chiara Corbella.
Chiara Corbella.

Si è chiusa l'inchiesta diocesana che precede l'inizio del processo che porta alla beatificazione per Chiara Corbella, la donna incinta che, scoperto di avere un cancro alla lingua, non si sottopose alla chemioterapia per salvare il feto. Lui oggi ha 13 anni. La mamma è morta nel 2012 a 28 anni.

La chiusura dell'inchiesta diocesana, partita il 21 settembre del 2018, porta a termine un altro passaggio verso la beatificazione. Si è tenuta oggi a mezzogiorno nella basiliaca di San Giovanni in Laterano la cerimonia di chiusura della ase diocesana che riguarda "la vita, le virtù, la fama di santità e dei segni della Serva di Dio", come è conosciuta in ambito religioso. Eroina per gli antiabortisti, è stata fra le 16 donne citate nel discorso di insediamento della premier Meloni.

Chiara Corbella, "Serva di Dio" e "eroina degli antiabortisti"

Corbella aveva scoperto di avere un tumore mentre era già in gravidanza. Si è sottoposta ad un primo intervento per rimuoverlo, ma poi non ha proseguito con le cure fino alla nascita del bambino. Quando, però, ormai era troppo tardi. Conosciuta negli ambienti religiosi come "Serva di Dio", era di profonda fede cattolica. Ha portato avanti le precedenti gravidanze pur sapendo che i neonati non sarebbero sopravvissuti al parto: la prima bambina è nata anencefalica, cioè priva di parte della volta cranica, il secondo bambino, invece, gravemente malformato e privo degli arti inferiori.

"La sua oblazione – riportano i documenti diocesani su Chiara Corbella – rimane come faro di luce della speranza, testimonianza della fede in Dio, autore della vita, esempio dell’amore più grande della paura e della morte".

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