Chi era il cardinale Agostino Casaroli e perché il suo nome torna spesso nel caso Emanuela Orlandi
Il nome di Agostino Casaroli compare spesso nella vicenda di Emanuela Orlandi, scomparsa 40 anni fa e mai ritrovata. All'epoca il cardinale era segretario di Stato del Vaticano, cioè il più importante esponente delle attività diplomatiche e politiche della Santa Sede, il prelato più alto in grado dopo il Papa. Un ruolo che Casaroli ha ricoperto dal luglio 1979 al dicembre 1990 sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. In politica estera è stato l'artefice della cosiddetta Ostpolitik, una linea più morbida verso il mondo dell'Est.
Le telefonate dei rapitori e il ruolo di Casaroli
Il 17 luglio 1983, a quasi un mese dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno del 1983, viene fatta ritrovare vicino alla sede dell'agenzia Ansa una audio cassetta in cui si chiede di scambiare la libertà della ragazza con quella di Ali Ağca, l'attentatore di papa Giovanni Paolo II. Si chiede inoltre di attivare una linea telefonica diretta con il cardinale Casaroli. Sullo sfondo si sente la voce di una ragazza sotto tortura, ma gli inquirenti dicono alla famiglia (che invece riconosce la voce di Emanuela) che si tratta di una scena estrapolata da un film porno.
Il 19 luglio del 1983 i presunti rapitori telefonano al centralino del Vaticano, ma di questa telefonata conosciamo soltanto i primi tre minuti, inviati da qualcuno a una trasmissione televisiva molti anni più tardi. Chi chiama è un uomo con un accento americano, che chiede del cardinale Casaroli, utilizzando il numero 158, il codice stabilito dal cardinale per entrare in contatto con chi sa qualcosa in merito alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Le suore del centralino sono agitate e ci mettono un po' prima di rintracciare Casaroli, che alla fine risponde. Il contenuto della telefonata? Tuttora misterioso.
Il cardinale Casaroli, primo collaboratore del Papa, quindi, si mise a disposizione per parlare con i rapitori con una linea telefonica particolare. Fu lui il contatto con i presunti rapitori e sempre di lui chiese il misterioso telefonista, ribattezzato l'Americano.
Le accuse di monsignor Viganò
L'ex Nunzio in Usa, monsignor Carlo Maria Viganò, ha parlato in un'intervista rilasciata all'ex vaticanista Rai Aldo Maria Valli, del ruolo di Casaroli. Secondo Viganò il cardinale avrebbe condotto una presunta trattativa riservata con coloro che sostenevano, nelle telefonate al Vaticano, di avere in custodia Emanuela Orlandi. E ancora: l'Americano "si limitava a chiedere di voler parlare unicamente con il cardinale Casaroli e fu quello il motivo per cui a un certo punto fu creata una linea riservata. Da parte nostra fu fatto tutto il possibile per far sì che questo interlocutore potesse parlare con Casaroli".
Casaroli e la banda della Magliana
Il nome di Casaroli viene messo in collegamento più volte anche con la Banda della Magliana. L'ex boss Maurizio Abbatino al quotidiano La Repubblica ha confermato che tra il Vaticano e Renatino De Pedis c'erano "rapporti solidi, di primo livello. In particolare, il referente primario era monsignor Agostino Casaroli".
Alla fine degli anni '70, ha raccontato ancora Abbatino, "organizzammo l’evasione di un ragazzo dal carcere minorile di Casal del Marmo. In realtà ne evasero tre. Ad ogni modo avevamo potuto contare su un aiuto interno. Quello di Agostino Casaroli futuro segretario di Stato in Vaticano".
Tra la fine degli anni ‘70 e tutti gli anni ‘80 Agostino Casaroli "fu un uomo potentissimo in Vaticano. De Pedis, sempre per suo interessamento, venne trasferito in un’ala meno dura di Rebibbia".
Le parole di Marcello Neroni su Casaroli
Agostino Casaroli viene citato anche in un'intervista rilasciata dall'ex membro della Banda della Magliana Marcello Neroni al giornalista Alessandro Ambrosini:
"Ma sa chi era Casaroli lei? Quello veniva al riformatorio e ci portava la sigarette. Era pure…".
"Papa Wojtyla… Chi gli ha salvato le chiappe è Casaroli. Casaroli non è intervenuto direttamente, ha fatto intervenire gli ex cappellani di Regina Coeli che portavano whisky, lettere, tutto quello che serviva, droga, all’interno del carcere. Quando è servito qualcosa a chi si sono rivolti?".
"Wojtyla… – audio censurato – …pure insieme se le portava a letto, se le portava, non so dove se le portava, all’interno del Vaticano. Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il segretario di Stato ha deciso di intervenire. Ma non dicendo a Wojtyla ora le tolgo da mezzo. Si è rivolto a chi? Lui essendo esperto del carcere perché faceva il cappellano al riformatorio, si è rivolto ai cappellani del carcere. Uno era calabrese, un altro un furbacchione. Un certo Luigi, un certo padre Pietro: non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto sta succedendo questo, ci puoi dare una mano? Punto. Il resto so tutte cazzate".
L'ultima accusa di Pietro Orlandi al cardinale Casaroli
L'ultimo riferimento al cardinale Casaroli lo ha fatto Pietro Orlandi, che il 13 gennaio 2024, in occasione del sit in per il 56esimo compleanno di Emanuela, ha riportato una conversazione avuta con un importante religioso:
"Lui mi ha detto che ci stanno cose gravi e cose che fanno sorridere. Te ne racconto una: c'è un cardinale molto importante, soprattutto all'epoca, hai capito di chi parlo, era subito dopo il Papa. Si riferiva a Casaroli e io dico: allora?E il religioso: "Vuoi sapere cosa faceva? Si faceva portare da due o tre massoni che aveva sempre attorno tre o quattro ragazzine sui 12-13 anni, consenzienti… Si faceva dare le mutandine, e faceva da solo… Poi gli dava qualche soldino e loro contente se ne andavano… non le toccava… erano ragazzine che andava a prendere in certi ambienti, zingarelle…"E questo me lo diceva come un fatto divertente, mentre le cose importanti, quelle gravi, non me le ha dette".