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Chi era Giovanni Gaito, il camionista eroe che prima di morire ha impedito una strage sull’A1

Aveva 40 anni Giovanni Gaito, il camionista eroe che ha bloccato il tir carico di gas liquido prima di morire per un malore lungo l’autostrada A1.
A cura di Beatrice Tominic
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Si chiamava Giovanni Gaito, aveva 40 anni ed era originario di Somma Vesuviana, alle pendici del vulcano di Napoli: è morto ieri pomeriggio, mentre stava lavorando a bordo del suo tir com trasportatore sull'autostrada A1, all'altezza del tratto di strada che separa i due caselli di Ceprano e Frosinone.

Ha avvertito un malore, forse un attacco cardiaco, mentre stava guidando l'autocarro carico di gas liquido: non appena si è accorto di quello che stava succedendo, ha prontamente portato il mezzo pesante carico di una sostanza così pericolosa verso la corsia di emergenza, riuscendo ad evitare una strage. Per lui, però, non c'è stato niente da fare: i medici e gli infermieri del 118, arrivati sul posto, non hanno potuto fare altro  che constatarne il decesso.

Il malore che ha colpito il camionista e la manovra eroica

Si trovava al chilometro 627 dell'A1 e stava procedendo in direzione sud quando ha avvertito il malore: ha perso il controllo del mezzo per alcuni istanti, compreso ciò che stava accadendo ha sterzato, arrivando in corsia di emergenza e riuscendo a bloccare il mezzo, carico di gas liquido. Se il tir avesse proseguito la sua corsa e si fosse scontrato con un altro veicolo, sarebbe potuta essere una strage.

I viaggiatori e gli altri camionisti che stavano percorrendo l'autostrada in quel momento hanno subito allertato i soccorsi: sul posto sono arrivati gli agenti della polizia stradale, il personale sanitario del 118 e i vigili del fuoco.

L'addio dei suoi cari

"Hai vissuto la vita terrena da eroe  e sei volato in un'altra vita da eroe …La tua prematura morte a sconvolto una comunità intera – scrivono sui social in ricordo di Giovanni – Ora resta a vegliare sulla tua famiglia, soprattutto sulle tue piccole figlie".

Un altro suo amico aggiunge, ricordando le prese in giro affettuose: "Non ci credo e non ci voglio credere. Abbiamo riso come dei matti nel nostro sfotterci. Cià Cumpagn mio mi hai spezzato il cuore".

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