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Chi era Angelo Licheri, la storia dell’uomo che tentò di salvare Alfredino Rampi a Vermicino

Angelo Licheri sarà per sempre l’Angelo di Vermicino, l’eroe che si è fatto calare sottoterra, nel tentativo purtroppo fallito di salvare Alfredino Rampi, caduto a sei anni in un pozzo artesiano. L’11 e 12 giugno 2024 la serie tv su Rai 1.
A cura di Alessia Rabbai
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Angelo Licheri è "l'uomo ragno", che ha provato a salvare Alfredino Rampi, il bambino di sei anni caduto in un pozzo Artesiano il 10 giugno del 1981 e morto dopo tre giorni. Licheri aveva trentasei anni, quando si è presentato ai soccorritori davanti al pozzo profondo circa 60 metri, offrendosi come volontario per essere calato nella cavità, con la speranza di raggiungere il bambino e di salvarlo. Un'impresa quella compiuta da Licheri, eroe dei nostri tempi, uomo umile di ardenti valori e grande coraggio, che ha tenuto con gli occhi puntati al televisore e il fiato sospeso l'Italia, durante la diretta Rai e la nascita della cosiddetta "tv del dolore".

Nonostante quaranta minuti di disperati e ripetuti tentativi di raggiungere Alfredino e di tirarlo fuori dal pozzo, non c'è riuscito e la sua spedizione è purtroppo fallita. Angelo Licheri è morto a Cagliari, 18 ottobre 2021 all'età di settantasette anni. Era ricoverato nella casa di riposo San Giuseppe di Nettuno, vicino Roma, a causa di complicazioni dovute al diabete, era malato da tempo. Per l'anniversario Rai 1 propone in due serate la serie tv Alfredino: Una storia italiana'. Diretta da Marco Pontecorvo e con protagonista Anna Foglietta martedì 11 e mercoledì 12 giugno 2024.

Chi era Angelo Licheri, l'uomo che cercò di salvare Alfredino Rampi

Angelo Licheri, anche detto ‘l'Angelo di Vermicino‘, aveva trentasei anni e aveva tre figli, quando Alfredino Rampi è caduto nel poezzo artesiano all'interno del quale è morto. Era sardo, originario di Gavoi, in provincia di Nuoro, e lavorava come fattorino di tipografia a Roma. A spingerlo a tentare l'impresa di salvataggio calandosi nel pozzo è stata la sua corporatura esile: "Non soffro di nulla, non mi dica nulla, mi lasci solo scendere" ha risposto Licheri ai vigili del fuoco, che gli hanno chiesto se soffrisse di qualche patologia.

Il racconto di Angelo Licheri e le parole ad Alfredino Rampi

Angelo Licheri ha raccontato quello che è accaduto mentre era all'interno del pozzo e aveva quasi raggiunto Alfredino Rampi: "Appena sceso con le mani l'ho toccato, con un dito gli ho pulito la bocca, poi gli occhi. Lui rantolava. Gli promettevo cose bellissime, gli dicevo quando usciamo da qui ti compro una bicicletta, intanto lavoravo per cercare di liberargli le mani per infilargli l'imbracatura. L'ho messa partendo dalle spalle, girando sotto alle ascelle e riportandola indietro". Così è iniziato il primo tentativo di risalita, purtroppo non andato a buon fine: "Ho intimato il tirate su, ma hanno dato uno strattone e il moschettone si è sganciato. Ho provato a prenderlo sotto le ascelle, ma davano strattoni impossibili. Quando l'ho preso dai polsi hanno tirato ancora e gli ho spezzato il polso sinistro. Il bambino non si è neanche lamentato e mi sono sentito in colpa". Poi l'ultimo tentativo: "L'ho preso per l'indumento, ho sentito che cedeva. A quel punto gli ho lanciato un bacio e sono tornato su".

La vita di Angelo Licheri dopo la morte di Alfredino

Com'è stata la vita di Angelo Licheri dopo la morte di Alfredino Rampi lo ha raccontato intervistato da Fanpage.it Tullio Bernabei, il soccorritore a capo della delegazione Lazio del soccorso Alpino e Speleologico che nel 1981, al tempo ventiduenne, ha trascorso tre giorni insieme a tanti altri a cercare di recuperare il bimbo. Licheri per la sua impresa non ha ricevuto alcuna medaglia in vita né alcun riconoscimento.

"Licheri era umile, se n'è andato in condizioni d'indigenza. Non ha avuto alcun tipo di riconoscimento o sostegno a livello psicologico né economico. Anzi, è stato completamente abbandonato dalle istituzioni" ha detto il giornalista Pietro Badaloni, tra i protagonisti della diretta tv Rai delle operazioni di soccorso, che ha tenuto incollati allo schermo milioni di telespettatori con il fiato sospeso e che ha cambiato per sempre la tevisione italiana. "Una volta spenti i riflettori – continua – è stato messo in un angolo, nonostante l'estremo gesto di generosità".

Come perse la gamba Angelo Licheri e quando è morto

Il dolore di non essere riuscito a salvare Alfredino Rampi ha accompagnato Angelo Licheri per tutta la restante parte della vita. Licheri all'età di settantasette anni era ricoverato in una clinica a Nettuno. Per otto anni era in seda a rotelle dopo l'amputazione di una gamba, poi le sue sue condizioni di salute si sono aggrave fino al decesso.

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