Chi era Andrea Ghira, uno dei mostri del Circeo: la latitanza dopo il delitto e i misteri sulla fuga
Nel 1975 Andrea Ghira ha 22 anni, e con i due amici Angelo Izzo e Gianni Guido, sevizia e violenta nella villa della proprietà della sua famiglia Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. La prima sarà assassinata dal terzetto, mentre l'altra riuscirà a sopravvivere fingendosi morta. L'episodio è noto come il Massacro del Circeo, ed è uno degli eventi di cronaca che più profondamente ha segnato la coscienza collettiva e la storia italiana di quegli anni. Ghira riuscirà a fuggire e a non scontare neanche un giorno di carcere, venendo condannato all'ergastolo in contumacia. La sua latitanza e anche la sua morte, saranno coperti a lungo da una nebbia di dubbi e incertezza.
Chi era Andrea Ghira, il mostro del Circeo e il culto per la violenza
Il 21 ottobre del 1953 a Roma nasce Andrea Ghira. È figlio di Aldo Ghira, già campione olimpico di pallanuoto, e di Maria Cecilia Angelini Rota. La sua è una famiglia benestante: il padre è un costruttore. Frequenta l'Istituto San Leone Magno, nel quartiere Trieste-Salario, istituto dove vanno a scuola i rampolli della migliore borghesia della città, figli di professionisti e imprenditori.
Alle superiori si iscrive al Liceo Giulio Cesare di Corso Trieste. Qui inizia il suo apprendistato alla violenza, mediato dalla fede politica neofascista. Culto della sopraffazione, ideali politici e criminalità, sono difficilmente districabili nelle sue azioni. È ossessionato dalla "banda dei marsigliesi", tanto che anche a Rosaria Lopez e Donatella Colasanti si presenterà come Jacques, ispriato a Jacques Berenguer, il membro del gruppo criminale francese che aveva agito anche nella capitale.
Quando ha sedici anni le prime denunce per episodi di scontri di piazza e manifestazioni di estrema destra. Poi nel 1972 una denuncia per minaccia a mano armato e lesioni aggravate, mentre l'anno successivo sarà arrestato con Angelo Izzo per rapina aggravata e violazione di domicilio. Viene condannato a cinque anni di reclusione e sconta 22 mesi di reclusione nel carcere di Rebibbia. Quando avviene il massacro del Circeo è uscito da appena tre mesi di galera.
Perché Andrea Ghira partecipò al massacro del Circeo con Izzo e Guido
Rosaria Lopez e Donatella Colasanti sono due ragazze di Montagnola, hanno 19 anni e 17 anni. Rosaria lavora in un bar, Donatella studia. Sono di estrazione popolare e vengono avvicinate al bar del Fungo dell'Eur, luogo di ritrovo di molti ragazzi ma anche di gruppi neofascisti, da due Angelo Izzo e Gianni Guido. I due gli propongono di andare il giorno successivo nella villa di Lavinio di un amico in comune per una festa, ma poi decidono di andare prima nella villa al Circeo di Ghira che intanto gli aveva lasciato le chiavi. Quando arrivano subito gli propongono di fare sesso e, di fronte al loro rifiuto tirano fuori una pistola e inizia l'incubo. I due si presentano come criminali della banda dei marsigliesi, dopo qualche ora arriva anche il padrone di casa, Andrea Ghira che dice di chiamarsi Jacques Berenguer. Quando sono tutti e tre per le ragazze comincia il vero e proprio incubo.
La soffiata e la latitanza
Ghira, Guido e Izzo pensavano di averle uccise entrambe, ma Donatella Colasanti si finge morta. Caricata con il cadavere dell'amica nel portabagagli di una Fiat 127 torna a Roma. I tre, come se niente fosse, parcheggiano in via Pola e vanno a cena fuori. Lei comincia a battere sul portabagagli e a chiedere aiuto, finché un metronotte di passaggio non la sente e chiede il rinforzo di una volante. Subito la ragazza, anche se sotto choc, fa i nomi dei suoi aguzzini. Angelo Izzo e Gianni Guido vengono fermati poche ore dopo. Andrea Ghira invece, grazie con tutta probabilità a una soffiata alla famiglia, riuscirà a far perdere le proprie tracce, riuscendo a non finire mai nelle mani della giustizia.
La morte di Andrea Ghira nel 1994
Ma dove passerà la sua lunga latitanza Andrea Ghira? Su dove il mostro del Circeo fosse scomparso si cominciò a fare luce dopo la sua morte avvenuta nel 1994. Secondo diverse fonti avrebbe partecipato, mentre era ancora latitante in Italia, al sequestro di un giovane neofascista (Ezio Matacchioni) nel ruolo di carceriere. Poi sarebbe riuscito a riparare in Francia grazie alla zia che a Lourdes gestiva una struttura per pellegrini. Da qui sarebbe poi arrivato a Melilla, enclave spagnola in Marocco, arruolandosi nel Terco, la legione straniera spagnola. Qui rimase per 18 anni, arrivando al grado di caporalmaggiore ed entrando nell'unità operazioni speciali del corpo. Poi sarà espulso per l'uso di sostanze stupefacenti dopo numerosi richiami. Nel 1994 la morte per overdose.
I test del DNA richiesti da Donatella Colasanti e Letizia Lopez
Ghira si sarebbe arruolato con il nome di Massimo Testa de Andrés, lo stesso nome riportato sulla tomba nel cimitero di Melilla. Molti alla notizia che quella tomba era proprio di Ghira hanno pensato a una messa inscena. Anche la trasmissione Chi l'ha visto? si occupò a lungo della vicenda, e per la giornalista Federica Sciarelli, che sulla sorte dei mostri del Circeo scrisse un libro, la riesumazione del corpo e l'esame del Dna avvenuta nel 2005 non avrebbe fugato ogni dubbio. Lo stesso pensavano i parenti di Rosaria Lopez e la stessa Donatella Colasanti, che chiesero la riesumazione e di ripetere l'esame del Dna. Nel 2016 la prova definitiva: le ossa in quella tomba appartengono proprio ad Andrea Ghira.