Chi è Simonetta Matone, la giudice candidata vice di Michetti a Roma
La giudice Simonetta Matone avrebbe potuto diventare candidata del centrodestra alla Regione Lazio nel 2013 e candidata sindaca di Roma nel 2016. Nel primo caso le è stato preferito Alfio Marchini e nel secondo Francesco Storace. Volto noto al pubblico di ‘Porta a Porta', il suo nome è sempre saltato fuori quando la destra era alla ricerca di candidature civiche, al di fuori dei partiti. Questa volta sarà della partita alle elezioni comunali di Roma a settembre: sarà la vicesindaca, in caso di vittoria, di Enrico Michetti.
La carriera di Simonetta Matone
Nel 1987 è nominata capo della Segreteria del ministro della Giustizia socialista Giuliano Vassalli. Dopo aver ricoperto incarichi di governo con le ministre Mara Carfagna, Paola Severino e Annamaria Cancellieri, Matone è diventata nel 2015 sostituto procuratore generale alla Corte d'appello di Roma. Nata a Roma nel 1953, è sposata e ha tre figli. Dal 1979 al 1980 è stata vicedirettrice del carcere Le Murate a Firenze, poi giudice presso il tribunale di Lecco e poi magistrato di sorveglianza a Roma. I detenuti del carcere di Rebibbia le hanno regalato una targa: "A Simonetta, che a molti spezzò la chiave dell’attesa". Per 17 anni è stata pm per il Tribunale dei Minori. "La storia più terribile? Quella di una madre che sorteggiava i numeri della tombola per stabilire quante frustate, quante bruciature, quante scottature nell’acqua bollente fosse giusto infliggere ai suoi figli", ha raccontato Matone (citazione sul sito l'Enciclopedia delle donne).
A marzo del 2021 è stata nominata Consigliera di fiducia dell'Ateneo dalla rettrice dell'Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni. Questa figura "introdotta dal Codice di condotta nella lotta contro le molestie sessuali approvato lo scorso gennaio, ha il compito di fornire consulenza e assistenza alle vittime e di contribuire alla soluzione dei casi che le vengono sottoposti".
Disse di lei Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, all'epoca della nomina a capo di gabinetto del ministro Mara Carfagna: "Ha nominato capo di gabinetto la giudice minorile Simonetta Matone, la vicePalombelli di Porta a Porta, che scambia la telecamera per la camera di consiglio e ha sempre una parola inutile per i processi altrui, da Cogne a Rignano, da Erba a Garlasco".
Il caso dell'omicidio di un venditore di rose nel 1996: "Ucciso da ragazzini coatti solo perché di colore"
Nel 1996, come magistrato della Procura dei Minori, si occupò di un caso che sconvolse i Castelli Romani. L'omicidio a Grottaferrata di Higbal Hossain, bengalese di 40 anni. Un branco di nove ragazzi, alcuni minorenni, picchiò selvaggiamente questo venditore di rose e lo scaraventò giù da un ponte alto otto metri. Tre di loro nel 1995 si erano già macchiati di un caso simile: presero a calci un italiano di origini keniote e lo lasciarono a terra in un bagno di sangue. Matone disse, in un'intervista rilasciata all'Unità: "Quei ragazzini a me sono sembrati soltanto un gruppo di coatti, con un grosso problema mai risolto. Si tratta di persone che vivono la presenza degli immigrati come un peso. Li odiano perché ‘negri', solo per il colore della pelle. Non importa se sono buone persone o cattive, per loro non fa alcuna differenza".