Chi era Rossella Nappini, l’infermiera 52enne uccisa a coltellate a Roma
Rossella Nappini, l'infermiera del San Filippo Neri uccisa a Roma aveva cinquantadue anni, separata con due bambini, abitava insieme a sua madre in un appartamento di via Giuseppe Allievo nel quartiere Trionfale, dove nel pomeriggio di lunedì 4 settembre l'hanno trovata morta. Una donna riservata e non molto conosciuta, alcune persone che abitano vicino al civico 61 hanno raccontato di averla presente solo di vista, ma di non averci mai parlato.
Chi era Rossella Nappini
Rossella da molti anni in servizio al San Filippo Neri ha lavorato in vari reparti, Ortopedia, Day Surgery Multidisciplinare, e da un anno e mezzo era al Poliambulatorio. Impegnata socialmente, in passato tra le varie attività sostenute si era occupata di una raccolta fondi per un centro antiviolenza.
La relazione tra Rossella Nappini e il 45enne fermato
Secondo i primi risvolti delle indagini Rossella avrebbe avuto una relazione sentimentale con Adil Harrati, il quarantacinquenne fermato dalla polizia e portato nel carcere di Regina Coeli. Ad alcune colleghe avrebbe confidato che l'uomo di origine Marocchina non aveva accettato che lei avesse deciso di chiudere il loro rapporto e di voltare pagina, compresi episodi di stalking e violenza psicologica. Sua sorella Monica su Facebook ha scritto: "Purtroppo stavolta non sono riuscita a salvarti". Gli zii intervistati dai giornalisti hanno spiegato che "l'uomo fermato era un operaio, Rossella e sua madre lo conoscevano, perché aveva fatto dei lavori in casa".
La dinamica del femminicidio di Rossella Nappini
Il quartiere è scosso dall'accaduto, gli agenti della Polizia di Stato e la Scientifica ieri pomeriggio hanno circondato l'area con un nastro, per impedire l'ingresso nell'edificio. Hanno invitato i residenti nel a non entrare nelle loro abitazioni, per non rischiare di contaminare durante i rilievi la scena del crimine, fino alla rimozione della salma. Verso l'ora di cena è arrivata la mortuaria, che l'ha portata in obitorio. A Fanpage.it Paolo Tedesco, l'amministratore di condominio ha spiegato: "Era la figlia di una condomina ma non la conoscevo personalmente, mi hanno chiamato nel pomeriggio dicendomi che nel palazzo c'era una pozza sangue".
Una donna che l'ha vista qualche volta ha spiegato di aver sentito un residente che ha detto di aver udito delle urla "pare che dicessero aiuto, aiutatemi". I poliziotti hanno svolto delle verifiche anche nell'area circostante, perlustrando i cassonetti dei rifiuti presenti nelle vicinanze, forse alla ricerca dell'arma del delitto, di vestiti o di altri indizi che potrebbero essere d'aiuto alle indagini. Il movente non è ancora chiaro. Presente sul posto oltre alla Polizia di Stato e la Scientifica anche il personale sanitario intervenuto in ambulanza.