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Chi è Petrov Corum, il giovane di 24 anni arrestato per l’omicidio del 14enne a Monte Compatri

La passione per le grandi marche, le dediche alla mamma e il forte rimando alla religione: chi è Petrov Corum, il giovane accusato dell’omicidio del 14enne a Montecompatri.
A cura di Natascia Grbic
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Si chiama Petrov Corum il ragazzo arrestato con l'accusa di aver ucciso il 14enne Alexandru Ivan nel parcheggio della metro C Pantano, a Monte Compatri. Si tratta di un giovane di 24 anni appartenente a una famiglia sinti della zona, che quella notte avrebbe contattato il patrigno del minore, dicendogli di incontrarsi. Petrov, dopo aver capito di essere ricercato, si è presentato spontaneamente in caserma con due avvocati ed è stato fermato dai carabinieri con l'accusa di omicidio. È caccia al complice, un cugino del ragazzo di 33 anni che al momento è irreperibile.

Una forte passione per le marche di lusso, per gli orologi, i begli abiti e la bella vita. Dediche alla sua famiglia, alla madre e al padre, riferimenti continui alla religione da persona più che devota e le uscite con gli amici, come qualsiasi ragazzo di 24 anni. Questo mostrava il profilo social di Petrov Corum, adesso disattivato: il ragazzo si trova ora in carcere a Velletri con un'accusa molto pesante sulle spalle. Davanti ai carabinieri ha ammesso di aver organizzato l'incontro con il patrigno di Alexandru, ma nega di essere stato lui a sparare. Nei prossimi giorni sarà interrogato dal giudice per mettere nero su bianco la sua versione dei fatti.

Un contesto difficile quello in cui è stato ucciso il 14enne, che ci racconta di una realtà fatta di prepotenze e prevaricazioni. E quella che è cominciata come una stupida discussione al bar, uno ‘sguardo di troppo' tra persone evidentemente problematiche, si è trasformata in una faida mortale in cui a rimetterci la vita è stato un ragazzino che frequentava la terza media. "Mi domando perché alle 3 di notte Alexandru fosse qui", ha commentato Edvard Ivan, il padre di Alexandru. E riferendosi alle persone che hanno sparato: "Già 20 anni fa, quando anche io vivevo in quella zona creavano problemi. Mio figlio non avrebbe dovuto avere alcun contatto con loro, per questo ora vorrei capire come mai la famiglia di mia moglie lo ha portato lì?".

"Mi avevano dato appuntamento per un chiarimento quei due uomini con cui mi ero picchiato al bar verso le 11 di sera. Mi hanno scritto su Messenger perché siamo amici su Facebook. ‘Dobbiamo parlarti, dobbiamo chiarirci, vieni al parcheggio' e io ci sono andato insieme ad Alexandru, suo nonno, suo zio materno, mia madre e mia sorella", ha dichiarato il patrigno in un’intervista a La Stampa. "Quei due erano prepotenti. Forse io gli stavo antipatico, ma noi non siamo gente che può sopportare che qualcuno ti derida. E ci siamo picchiati".

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