Chi è Mirko Pellegrini, indagato per i lavori sulle strade di Roma: nel 2023 partecipò a incontro in Senato
Nel 2017 il nome di Mirko Pellegrini compariva nelle carte di un'inchiesta su un presunto giro di corruzione per appalti stradali in Calabria. Venticinque persone furono indagate per associazione mafiosa e turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici. Pellegrini ricevette l'obbligo di dimora. Otto anni dopo l'imprenditore romano è ritenuto essere il principale responsabile di una serie di stratagemmi per ottenere (soprattutto, ma non solo) le gare nel maxi appalto per il rifacimento delle strade a Roma.
Per di più, secondo quanto ricostruito dai pm della procura di Roma, nei lavori di rifacimento del manto stradale sarebbe stato utilizzato bitume annacquato e spesso di uno spessore dimezzato rispetto a quanto richiesto.
Secondo quanto riporta il Messaggero, Pellegrini non è un nome sconosciuto per i protagonisti dell'economia romana. Recentemente, infatti, avrebbe partecipato a un convegno a Palazzo Madama sulle nuove regole degli appalti pubblici. È stato invitato da chi? E perché? Su questo si stanno concentrando le indagini degli inquirenti.
Non solo: stando a quanto emerge dalle carte Pellegrini era già finito nel mirino dell'Anac per alcuni appalti del 2015 in occasione del Giubileo della Misericordia. Procedure che erano state segnalate, anche in quel caso, alla procura di Roma.
Insomma il nome di Pellegrini, imprenditore di Frascati classe '78, non era nuovo ai magistrati. Eppure è riuscito a mettere le mani su decine di cantieri a Roma e nel Lazio. Sono settantacinque le procedure finite nel mirino degli inquirenti, per un valore totale di 92 milioni di euro, di cui 46 all'interno del territorio di Roma Capitale. Diciotto sono gli indagati ma il dominus dell'operazione sarebbe proprio Pellegrini. Insieme a lui sono indagati altri imprenditori, quattro funzionari del comune, un geometra dell'Astral e due agenti della polizia stradale. Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, frode in pubbliche forniture, turbata libertà d’incanti, riciclaggio ed autoriciclaggio.