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Chi è Marcello De Angelis, cosa sostiene e che c’entra la strage della stazione di Bologna

Chi è Marcello De Angelis, capo della comunicazione istituzionale del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. In molti hanno chiesto le sue dimissioni dopo il post pubblicato su Facebook in merito alla strage di Bologna.
A cura di Enrico Tata
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Già lo scorso maggio la nomina di Marcello De Angelis a capo della comunicazione istituzionale del nuovo presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, aveva fatto discutere. Anche qualche mese fa, come oggi a causa delle sue parole sulla strage della stazione di Bologna, furono molte le richieste di dimissioni.

Chi è Marcello De Angelis

Ma chi è Marcello De Angelis? Classe 1960, è stato scelto da Rocca perché già suo portavoce alla Croce Rossa. Nel 2017 è stato inoltre suo capo di gabinetto. Giornalista professionista, è stato direttore della rivista Area, ideata e promossa nel 1996 da Gianni Alemanno e Francesco Storace e dal 2010 al 2013 è stato direttore del quotidiano Secolo d'Italia. Dal 2008 al 2013 è stato deputato del Popolo della Libertà e poi senatore di Alleanza Nazionale dal 2006 al 2008.

Nel suo passato, tuttavia, c'è anche la militanza nel Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, in Lotta Studentesca, e in Terza Posizione, un movimento di estrema destra attivo dal 1978 al 1982. Nel 1989 è stato arrestato a Londra e poi è tornato in Italia, dove è stato condannato a 5 anni e mezzo di carcere per associazione sovversiva e banda armata.

De Angelis e il gruppo 270bis

È stato anche cantante del gruppo 270bis, formazione musicale descritta così sul sito ufficiale:

Marcello de Angelis, leader del gruppo musicale, aveva cominciato a svolgere "attività sovversive" poco prima dei quattordici anni negli anni settanta. A sedici anni aveva incominciato a suonare la chitarra e comporre canzoni molto influenzate dalle sue "attività". Riuscì a fare un solo concerto, con due chitarre di accompagnamento, nel 1979. L'anno successivo dovette lasciare casa e chitarra inseguito da un mandato di cattura. In quel periodo mesi ebbe molti amici arrestati, il fratello maggiore (Nanni de Angelis) morto in circostanze oscure in una cella di isolamento, la ragazza, incinta al quinto mese, detenuta fino all'avvenuta nascita di suo figlio. Seguirono nove anni di viaggi e permanenza all'estero (più o meno clandestina) con un breve intervallo carcerario in Inghilterra. Su richiesta di un amico incarcerato in Italia, registrò le sue canzoni su una audiocassetta e gliela inviò. Dopo quasi dieci anni Marcello decise di tornare a casa e di scontare la condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione comminatagli "ai sensi dell'articolo 270bis" e tornò a Roma – o meglio – al carcere romano di Rebibbia. Dopo tre anni, grazie all'amnistia del 1989, tornò in libertà. Ritorna a suonare nel 1993 insieme a Claudio Scotti – detto Giannetto – un vecchio coimputato rincontrato dopo anni, al giovane ultrà laziale Antonello Patrizi – detto Babba – ed al batterista Gianluca Rizzante, costituì la prima formazione dei 270bis, così chiamati in onore dell'esperienza processuale.

Tra le canzoni di questa band, come riportato da Fanpage.it, ce n'è una con una strofa dal sapore decisamente antisemita. Si intitola Settembre Nero e recita: "Troppo ci pesava portare sulla schiena/ il dominio di una razza di mercanti /  se con l'oro hanno comprato /
la mia casa e la mia terra".

Le parole di De Angelis sulla strage di Bologna

Lo scorso 2 agosto, nel giorno dell'anniversario della strage della stazione di Bologna avvenuta nel 1980, De Angelis ha scritto su Facebook:

So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini.

Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali”.
E se io dico la verità, loro – ahimè – mentono.
Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni.
Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi.

Alle 10,25 del 2 agosto del 1980 una bomba esplode nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna. Ottantacinque morti e 200 feriti, il bilancio finale della strage. Dopo una lunga e controversa vicenda giudiziaria, nel 1995 i giudici della Corte di Cassazione hanno condannato in via definitiva all'ergastolo Valerio ‘Giusva' Fioravanti e Francesca Mambro, fondatori e membri dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), organizzazione neofascista attiva dal 1977 al 1981.

Nel 2007 è stato condannato in via definitiva anche un altro militante dei Nar, Luigi Ciavardini, detto ‘Gengis Khan' (30 anni come esecutore materiale della strage). È sposato con Germana, sorella degli ex militanti di Terza Posizione Nanni e Marcello De Angelis.

Sebbene esista una verità giudiziaria, nel 1994 è nato un movimento innocentista, ‘E se fossero innocenti?', che afferma la non colpevolezza di Mambro, Fioravanti e Ciavardini. All'epoca hanno firmato l'appello molte personalità politiche di diversa estrazione, sia di destra che di sinistra. Diversi politici, inoltre, hanno espresso dubbi sull'effettiva colpevolezza di Mambro e Fioravanti.

"Questo comitato a cui aderiscono intellettuali di tutte le estrazioni propone tesi che nulla hanno a che fare con la realtà processuale. Il materiale che in tribunale aveva fatto figure penose perché non supportato da nulla viene ora riproposto all'opinione pubblica per confonderla. Risposta immediata da parte dell'Associazione, viene stampato un libretto intitolato "Contributo alla Verità" in cui vengono riportate le tesi del comitato confutate sulla base degli atti processuali e non con valutazioni sentimentali o ipotetiche", si legge sul sito dell'Associazione 2 Agosto 1980 che raccoglie i familiari delle vittime.

Chi è Nanni De Angelis, il fratello di Marcello

Marcello De Angelis è coinvolto direttamente in questa vicenda. In seguito alla strage, infatti, nel settembre 1980 vengono spiccati mandati d'arresto per molti esponenti di Terza Posizione, tra cui proprio Marcello De Angelis e suo fratello Nanni. Latitante per qualche settimana insieme a Luigi Ciavardini, Nanni De Angelis viene arrestato insieme a quest'ultimo a Roma, in piazza Barberini. Il 5 ottobre De Angelis viene trasportato dal carcere all'ospedale e poi dimesso con sette giorni di prognosi. Il giorno stesso viene trovato impiccato nella propria cella. La versione ufficiale è quella del suicidio, ma i familiari non hanno mai accettato questa ricostruzione.

Il 30 settembre 1981 i Nar uccidono Marco Pizzari, con l'accusa di aver tradito Ciavardini e De Angelis. In realtà il suo telefono era intercettato dagli investigatori. Nel 1986, sei anni dopo la sua morte, anche Nanni De Angelis viene coinvolto nelle indagini sulla strage di Bologna. A fare il suo nome è Angelo Izzo, l'autore della strage del Circeo, il ‘mostro del Circeo'. Secondo lui Ciavardini e De Angelis (che però ha un alibi accertato) sono coinvolti.

Questa la versione di Marcello De Angelis dopo le polemiche scaturite dalla pubblicazione del suo post sulla strage di Bologna:

Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso.

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