Chi è il Brasiliano Massimiliano Minnocci: dagli ultras della Roma alla vita da influencer
Avrebbe preso a bastonate la fidanzata mentre si trovava sotto l'effetto di alcool e droga. Questa è soltanto l'ultima accusa che arriva a carico di Massimiliano Minnocci, meglio conosciuto come il Brasiliano. Noto alle cronache per la sua vita extra, spesso raccontata sui social network, ha iniziato a far parlare di sé anche per gli arresti avvenuti negli ultimi anni. Oggi ha da poco aperto un locale a Ponte Milvio ed è noto per essere una personalità del web, ma chi era Massimiliano Minnocci prima di diventare il Brasiliano?
La storia di Massimiliano Minnocci, conosciuto come il Brasiliano
Di lui sappiamo che è nato fra il 1978 e il 1979 e che è cresciuto nel quartiere di Pietralata, vicino ad ambienti estremisti di destra, come testimoniano alcuni dei suoi tanti tatuaggi, fra cui i volti di Hitler e Mussolini, le svastiche e i me ne frego. "Lui ha fatto molto bene al popolo italiano", diceva del Duce in una delle prime interviste. Poi si è fatto largo come capo ultras della Roma, con uno dei caratteri più irrequieti delle tribune.
Poi è iniziata la sua carriera da influencer su Instagram, dove si è fatto notare per le minacce e i battibecchi fra influencer (come Danny Bataclava, che ha fatto 800 chilometri in auto per picchiarlo) e nella musica trap e rap (mondo al quale si è affacciato lui stesso, pubblicando alcuni singoli). Se come artista non ha avuto grande fortuna, sebbene il link per Spotify resti presente ancora nella sua bio di Instagram, è proprio ai social network che deve la sua fortuna. "Ho iniziato a pubblicare video divertenti, poi i followers sono aumentati e la gente ha iniziato a riconoscermi per strada".
Si è filmato come body guard di personaggi come Side Baby (ex Dark Polo Gang) e, a poco a poco, è riuscito a trovare il suo spazio e a guadagnarsi le sue migliaia di followers che oggi sono arrivati ad essere 456mila, grazie anche alle ospitate televisive.
Il Brasiliano e la televisione: dalla prima intervista alle ospitate
Senza dubbio il Brasiliano, per quanto possa essere caricaturale, incarna un personaggio che ha attirato spesso l'attenzione di programmi televisivi e trasmissioni radiofoniche che lo hanno utilizzato, talvolta come caricatura talvolta come opinionista.
La prima volta è apparso durante le manifestazioni antimigranti al Tiburtino II grazie Yari Dall'Ara (a sua volta noto per essersi messo in testa ai cortei di quartiere di Casapound e Forze Nuova contro il centro di accoglienza della zona). L'intervista ad Enrico Lucci, ricevuto durante un allenamento in palestra nel 2018, per lui si è rivelata un vero e proprio trampolino di lancio.
Anche nel corso dello scambio di battute con l'ex Iena non manca di mostrare le sue idee nazifasciste (mal celate anche per i tatuaggi ben in vista mentre si trova a petto nudo), misogine e razziste. "A sti poracci che vanno in giro e ve fanno du complimenti, datela un po' di più", si sente dire in un video dai social. "Ho menato i barboni i neri, ho spacciato. Me so fatto due anni e 8 ore de domiciliari", racconta a Lucci per il programma Realiti sciò di Rai Tre.
Dopo i riferimenti alla tossicodipendenza, arriva a parlare anche del suo ruolo nei sociale network: "Sui social sono abbastanza forte – dice – Ora la gente mi segue perché sono una voce libera, fuori dal coro".
Dalle ospitate agli arresti: tutte le volte che il Brasiliano ha fatto notizia
Dopo l'intervista ad Enrico Lucci non sono mancate le altre ospitate. Da Piazza Pulita, che lo ha scelto come referente per raccontare le dinamiche criminali della capitale alle trasmissioni di Del Debbio e poi, ancora, la Zanzara, dove più volte appare come ospite di Cruciani. Nel corso degli anni, però, oltre alle ospitate televisive e radiofoniche il Brasiliano ha collezionato anche numerosi incontri con le forze dell'ordine. Arresti, accuse, furti subiti. E ogni volta che gli è successo qualcosa, ha fatto notizia.
A partire dal 2020, quando è stato bloccato dai poliziotti mentre si stava recando al funerale di Willy Monteino il giovane ucciso a calci e pugni a Colleferro nel mese di settembre di quell'anno. "Volevo portare solo un mazzo di fiori – ha detto – Ero il suo idolo".
Il caso più eclatante, sicuramente, è quello relativo all'aggressione ai danni di alcuni poliziotti, per la quale è stato condannato a 8 mesi di lavori socialmente utili. "Io so bandito e a voi ve schifo, ve ammazzo, merde me fate schifo, ve spacco, ve faccio sentì come ce se sente a svegliasse dopo na’ scarica de cazzotti dopo 20 giorni", avrebbe detto agli agenti.
Seguito anche durante le sue vacanze, è stato arrestato dopo aver seminato il panico in un locale a Ponza; all'Argentario essere stato trovato alla guida ubriaco e a tutta velocità gli è costato la sospensione della patente e, infine, a Formentera, dove è stato lui a denunciare di essere stato drogato e derubato.