Chi è Enrico Michetti, il candidato sindaco del centrodestra a Roma
Enrico Michetti è il candidato sindaco di Roma del centrodestra, che ha superato il primo turno con oltre il 30% dei voti ma non è riuscito a raggiungere la maggioranza delle preferenze. Sfiderà dunque il candidato di centrosinistra Roberto Gualtieri nel ballottaggio in programma domenica 17 e lunedì 18 ottobre a Roma. Opinionista dell'emittente Radio Radio, esperto delle norme giuridiche della Pubblica Amministrazione, è nato a Roma il 19 marzo del 1966. Si tratta di un nome abbastanza estraneo all'ambiente politico, una candidatura civica proposta da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Non ha alcuna tessera di partito, si tratta infatti di un candidato civico. Qui è possibile consultare il suo programma completo, mentre sul sito ufficiale è disponibile una sintesi per punti del programma elettorale.
Chi è Enrico Michetti, professore e cavaliere del lavoro
Michetti è docente esterno di diritto pubblico e dell'innovazione amministrativa al primo anno del corso di Economia aziendale, sede di Frosinone, dell'Università di Cassino. Dal 2005 al 2016 è stato professore a contratto di “Diritto degli Enti Locali” presso il Dipartimento Economia e Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Il 13 gennaio del 2017, su proposta dell'allora presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha conferito l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine "al merito della Repubblica Italiana" in considerazione "delle particolari benemerenze rese alla Nazione". Queste furono le sue parole all'epoca: "Debbo dire a quanti vorrebbero degradare la cittadinanza a mero certificato territoriale, che l'orgoglio e la gratificazione che può provare un italiano, cittadino libero, per un riconoscimento ricevuto dal proprio Paese (in quanto casa, lingua, cultura nazionale e tradizioni locali, costumi, sagre e feste patronali, legami sanguigni con la propria gente, con il patriottismo nazionale) è pari a quel calore ed a quell'affetto che si sentono quando ci si incontra tra cittadini italiani all'estero e non è "barattabile" con tutto l'oro del mondo". Anche oggi, in diretta su Radio Radio, ha voluto rimarcare di essere certamente un candidato civico, ma "ho un'adesione totale nei confronti della patria, mi ritrovo in quei valori".
Il professore Michetti ha fondato la Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana e il sito ‘Il quotidiano della Pa', che si occupa proprio degli aspetti giuridici della Pubblica Amministrazione. Michetti è iscritto dal 2017 all'ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti. I suoi articoli ed editoriali sono raccolti nella rubrica ‘La Pulce e Il Prof'. Dal 2005 al 2009 è stato vice presidente della società per la gestione delle acque ACEA ATO 2 SPA.
Michetti e gli interventi a Radio Radio
Vaccinato (come dimostra una foto pubblicata sui social), non ha mai espresso posizioni apertamente contrarie al vaccino, ma nei suoi interventi in diretta a Radio Radio è stato sempre molto critico con il governo Conte e con il governo Draghi per la gestione della pandemia da coronavirus: "È diventato ridicolo, si parla soltanto di questa influenza – particolarmente grave, per carità di Dio, in casi acuti – ma che di questo virus si faccia un programma di governo che altrimenti non avrebbe ragione di esistere è paradossale. Capisco che la vicenda è grave ma sapete quante gente muore d’infarto? Sapete quanta gente muore di tumore? Quanta gente muore di ischemie? Sapete quanta gente muore di incidenti stradali? Non è che si muore soltanto di Covid. Stanno facendo una politica del terrore, perché il terrore è l’unico programma di questo governo. Basta andare sul televideo e noterete che il 90% dell’informazione è tutta sul Covid". Così diceva a ottobre in radio.
La gaffe sul ‘saluto romano': "È più igienico"
Qualche giorno fa la Repubblica ha riportato altre frasi pronunciate in radio dal professore romano in un articolo firmato da Lorenzo D'Albergo. Eccone una sul saluto romano: "Se per qualcuno è rievocativo del nazismo o del fascismo, è un problema suo. I romani quando inventavano le cose rasentavano la perfezione. Salutavano in quel modo perché era il modo più igienico".