Che fine hanno fatto le preferenze dei consiglieri nei municipi a Roma? Ancora nessun dato ufficiale
Tra pochi giorni si tornerà alle urne per il ballottaggio, ma le operazioni relative al primo turno elettorale non sono ancora concluse. Il Tribunale di Roma è tuttora impegnato nelle operazioni di controllo dei verbali nei locali della Fiera di Roma. L'attività di verifica dovrebbe concludersi oggi e riguarda le schede che eleggeranno i 360 consiglieri municipali: 24 per ciascuno dei quindici municipi di Roma Capitale. I risultati ufficiali verranno resi noti solo dopo il controllo del Tribunale e ciò avverrà con ogni probabilità solo domattina, a più di una settimana dal voto. Al momento i dati ufficiali non sono stati pubblicati: non si ha nessuna certezza sulle preferenze espresse dai romani per i candidati ai consigli di municipio. Una mancanza denunciata da entrambi gli schieramenti. Nel VI Municipio, a cinque giorni dal ballottaggio, non si ha ancora l'ufficialità sullo sfidante del candidato di centrodestra: solo nove voti separano la candidata pentastellata Francesca Filipponi dal candidato del centrosinistra Fabrizio Compagnone.
Dei dati definitivi non c'è traccia, proteste da tutti gli schieramenti
I ventiquattro seggi dei consiglieri di municipio verranno assegnati solo dopo il ballottaggio: il 60% degli scranni andrà alla coalizione vincente, il resto verrà attribuito secondo le preferenze ricevute nel primo turno elettorale. Ma dove siano queste preferenze, non si sa. Tutto sembra bloccato alla Fiera di Roma, dove il Tribunale sta controllando i verbali. Ad oggi, non c'è traccia dei risultati ufficiali. Un coro di proteste si sta sollevando a qualche giorno dal secondo turno: nel mirino, come sempre, le inefficienze della macchina burocratica e amministrativa. Michel Maritato, presidente dell'associazione Assotutela e candidato all'assemblea capitolina nella lista della Lega, ha dichiarato: "A ogni tornata elettorale ci accorgiamo, con ingiustificata meraviglia, quanto sia obsoleto il vecchio sistema che ci pone tra gli ultimi in Europa. Le attività di spoglio e conteggio schede peggiorano di volta in volta e sono inversamente proporzionali all'aumento delle liste e dei candidati. Si è andati avanti con lo scrutinio per giorni e giorni per attribuire le preferenze nei municipi, una cosa inconcepibile. Per non parlare del materiale elettorale ritrovato fuori dal seggio, addirittura nei cassonetti". A queste parole fanno eco quelle della deputata romana del Partito Democratico Patriza Prestipino: "Siamo ormai quasi ad una settimana dal voto di domenica e versiamo ancora in una situazione di evidente difficoltà in cui, a causa della lentezza della macchina amministrativa capitolina, i magistrati della Corte d'Appello di Roma non sono ancora riusciti a comunicare ufficialmente chi andrà ai ballottaggi per l'elezione dei Presidenti di Municipio".
Prestipino (Pd): "Una situazione del genere non è da Paese civile"
La deputata ha fatto riferimento in particolare alla situazione nel VI Municipio, dove a separare i due contendenti del secondo posto ci sono solo nove voti. I dati definitivi il vantaggio della candidata pentastellata Francesca Filipponi sul candidato di centrosinistra. Per proseguire in un'efficace campagna elettorale, però, è necessaria l'ufficialità del risultato. Prestipino è andata anche oltre la semplice denuncia: "Una cosa davvero imbarazzante specialmente se si pensa che la legge elettorale prevede che si voti dopo ulteriori 15 giorni di campagna in caso di ballottaggio. A questo punto la domanda sorge spontanea: sono rispettati i tempi previsti dalla legge? Perché è evidente che una situazione del genere non è da Paese civile. È vergognoso che i cittadini ancora non sappiano chi saranno i candidati da votare al ballottaggio".