Chi erano i membri della Banda della Magliana, che fine hanno fatto e cosa fanno oggi
Oggi la Banda della Magliana, che ha terrorizzato la città di Roma e tutta la regione Lazio per più di un decennio, dal 1977 al 1993, non esiste più: molti dei componenti di quella che resta oggi una delle più famose organizzazioni criminali del secolo scorso sono morti, altri sono diventati collaboratori di giustizia oppure si trovano in carcere. Fra loro, le personalità che ancora oggi restano fra le più famose sono quelle di Franco Giuseppucci, detto il Negro; di Maurizio Abbatino detto Er Cispino, di Enrico De Pedis Renatino o di Marcello Colafigli, detto Marcellone, ad esempio, anche grazie alle numerose trasposizioni cinematografiche, come Non ci resta che il crimine e alla fortuna serie di Romanzo Criminale, dove sono, rispettivamente, Libanese, Freddo, Dandi e Bufalo.
Proprio Bufalo nella giornata del 4 giugno 2024, dopo il carcere e la semilibertà, è stato nuovamente arrestato, a 70 anni: secondo gli inquirenti gestirebbe un giro di spaccio nel suo quartiere.
La Banda della Magliana si forma nel 1977 quando gruppi criminali provenienti da alcuni quartieri di Roma, come Acilia, Testaccio e Magliana, naturalmente. Durante un incontro a seguito di un furto compiuto ai danni di una "persona sbagliata", si sono incontrati Fornaretto, Crispino e Renatino. Fra uccidersi l'uno l'altro e trovare un accordo, i tre hanno optato per questa ultima scelta e hanno deciso di formare un gruppo criminale esteso su più quartieri: il primo crimine, il rapimento del duca Massimiliano Grazioli Lante della Rovere, avvenuto poco tempo dopo, si va aggiungere alla lista dei tanti sequestri del 1977, anno in cui se ne sono contati 66. Questo è stato solo il primo delle tante vicende criminali di cui la Banda della Magliana è stata artefice o in cui è stata coinvolta: fra questi, inoltre, si annoverano anche alcuni dei grandi casi che hanno caratterizzato quei decenni, dal Caso Moro alla scomparsa di Emanuela Orlandi, fino all'attentato a Giovanni Paolo II.
Ma che fine hanno fatto oggi i componenti della Banda della Magliana?
Marcello Colafigli detto Marcellone, Il Bufalo di Romanzo Criminale
Quello che è diventato noto al grande pubblico come Il Bufalo di Romanzo Criminale si chiama in realtà Marcello Colafigli, detto Marcellone per la sua stazza e la sua forza. È stato il braccio destro di Franco Giuseppucci detto Il Negro uno dei fondatori della Banda della Magliana e il primo boss, assassinato nel 1980 durante un agguato a piazza San Cosimato, in zona Trastevere.
Nel corso degli anni passati all'interno dell'organizzazione criminale, è stato ritenuto responsabile di aver ucciso Sergio Carozzi nel 1979, un truffatore di Ostia che ha denunciato un'estorsione. Negli anni successivi, invece, diventa il personaggio di maggior rilievo nella faida fra la Banda della Magliana e il clan dei Proietti, che avevano partecipato all'assassinio del leader Franco Giuseppucci per riscattare il quale è stato ucciso Maurizio Proietti. Dopo l'agguato si è aperta la prima esperienza in carcere di Marcellone che, dopo essersi fatto trasferire in un manicomio criminale, è riuscito ad evadere.
Marcellone è poi stato arrestato nuovamente dopo il periodo di lotta fra la sua parte della Banda della Magliana, quella nata da lui e Giuseppucci e l'altra, quella proveniente da Testaccio e che vedeva in Renatino De Pedis il proprio leader. Il 26 luglio del 1990, a qualche mese dall'assassinio di De Pedis, Colafigli è stato arrestato per la seconda volta, scoperto mentre viaggia insieme ad un terrorista dei Nar. Condannato all'ergastolo per tre omicidi, nel corso degli ultimi anni Marcello Colafigli, classe 1953, era tornato in semilibertà: oggi, però, si trova nuovamente in carcere per essere stato trovato due volte in compagnia di alcuni pregiudicati ad Ostia, violando le regole del suo regime detentivo. Raggiunta la semilibertà, è stato nuovamente arrestato nel giugno del 2024 con l'accusa di gestire un giro di spaccio nel suo quartiere.
"Studiava e si documentava. Quando lo arrestammo la prima volta, sul suo comodino aveva un volume di procedura penale di Cordero, nell'ultima edizione pubblicata fino a quel momento – ha spiegato a Fanpage.it il magistrato Otello Lupacchini – Sapeva intrattenere relazioni. Con il suo carisma e la determinazione alla violenza, era temuto e rispettato da tutti".
Maurizio Abbatino detto "Er Cispino", Il Freddo di Romanzo Criminale
Maurizio Abbatino, detto Er Crispino e conosciuto per aver ispirato il personaggio del Freddo nella serie di Romanzo Criminale, è uno dei componenti della Banda della Magliana pentiti. Per anni, infatti, colui che è stato il Re della città di Roma ha condiviso informazioni con le forze dell'ordine sui fatti accaduti e sulla lotta fra bande criminali che imperversava in quei decenni, uscendo dal programma di protezione del 2015 e diventando "ex collaboratore di giustizia."
Alla fine dello scorso anno, il 21 novembre 2021, l'ormai 67enne Crispino è stato ascoltato dei giudici della Corte d'Assise di Bologna sul nuovo processo aperto per la strage del 2 agosto del 1980 e ha denunciato un profondo stato di sconforto nel dover passare informazioni e dati su quegli anni senza risultare più protetto dallo Stato. I giudici del Tar, infatti, hanno deciso di ritirare la scorta al boss pentito nel 2018, dopo quasi trenta anni di collaborazione con la giustizia.
Er Crispino era stato arrestato nel 1992, nella sua casa di Caracas, in Venezuela e, un anno dopo, dopo la morte di suo fratello Roberto, ha deciso di collaborare con gli inquirenti, descrivendo e raccontando loro tutta la storia delle organizzazioni criminali dagli anni Settanta. Ammesso nel programma testimoni a luglio del 1993, nel 2011 è stata richiesta una proroga che, tre anni dopo, non è stata accettata dalla Commissione Centrale: Abbatino ha fatto ricordo al Tar e lo ha perso.
Una volta scoperta la decisione del Tar, che ha confermato quella di non reinserire Abbatino nel programma di protezione, è stato lo stesso boss pentito a commentare: "Trent'anni che non commetto un reato, mi dicono che posso reinserirmi nel tessuto sociale, cercarmi un lavoro e affittarmi una casa, tutto ovviamente col nome di Maurizio Abbatino, 63 anni, ex boss ai domiciliari per malattia. La verità è che sono stato scaricato, tradito da uno Stato che non ha rispettato i patti."
Enrico De Pedis detto "Renatino"
Uno dei primi boss della Banda della Magliana è stato Enrico De Pedis, detto Renatino. A capo del gruppo proveniente dal quartiere di Testaccio, De Pedis è morto nel 1990, in un agguato per cui è stato giudicato responsabile, come abbiamo visto, Marcello Colafigli, evaso dal carcere con l'obiettivo di ucciderlo. E ci è riuscito: da qualche tempo prima, infatti, la parte testaccina della Banda si stava distaccando con il nucleo originale dell'organizzazione criminale. Colafigli e la parte opposta a quella testaccina sono riusciti a convincere Angelo Angelotti, un altro individuo che già era stato legato in passato alla Banda, di fissare un appuntamento con De Pedis per il 2 febbraio 1990 in via del Pellegrino, nella zona romana di Campo de' Fiori. Concluso l'incontro fra i due, il motorino su cui era a bordo Renatino è stato affiancato da una motocicletta: i due ragazzi sulla moto, due killer, lo hanno ucciso sparandogli un colpo solo, alle spalle. Su De Pedis esistono ancora molti altri punti di domanda, ma piaceva alla Chiesa, grazie anche ai "numerosi favori" che lo stesso Renatino ha fatto, ad esempio, alla chiesa di San'Apollinare, dove sono conservati tutti i segreti della prima Repubblica, fra cui anche il rapimento di Emanuela Orlandi, come già accennato.
Alla figura di De Pedis, però si affianca la storia con Sabina Minardi, figura che ha ispirato il personaggio di Patrizia di Romanzo Criminale, regina delle notti romane ed ex moglie del calciatore della Lazio, Bruno Giordano, sposato nel 1979: fino alla morte di Renatino gli è rimasta accanto, nella vita personale del boss e nei suoi affari sporchi.
Salvatore Nicitra
La vita criminale di Salvatore Nicitra, rispetto a quelle presentate fino ad ora, è terminata poco tempo fa. Nicitra, da alcuni definito il "Quinto Re di Roma", dopo Carminati, Fasciani, Senese e Casamonica, è stato arrestato nel 2020, dopo che, oltre ad essere stato giudicato coinvolto in quattro omicidi irrisolti dagli anni Ottanta, nella capitale ha costruito un vero e proprio regno sul gioco d'azzardo nella zona nord della città. Originario della Sicilia, il boss ha perso sia suo figlio che suo zio in scontri con le bande rivali:oggi si trova in carcere.
Roberto Fittirillo detto "Robertino"
Roberto Fittirillo, conosciuto come Robertino, classe 1954, è un altro dei componenti della Banda della Magliana. Anche lui è stato arrestato nel 2020, nel corso delle operazioni Magliana Felix: fino a quell'anno era a capo dell'organizzazione criminale che riforniva le piazze di spaccio della città di Roma con grandi quantità di cocaina.
Nella Banda della Magliana, il ruolo di Robertino è stato per lungo tempo quello di referente nel quartiere Tufello dove non soltanto aveva il suo quartier generale, ma aveva il compito di reclutare nuove leve. Negli anni Ottanta, quando la Banda della Magliana era in piena azione, secondo gli inquirenti è stato anche il sicario in alcuni omicidi : in particolare è stato accusato di aver commesso cinque omicidi, solo fra il 1981 e il 1982 contro i membri di altre organizzazioni criminali rivali. nell'ultimo processo contro gli uomini della Banda, però, è stato assolto per prescrizione.
Enrico Nicoletti, "il Secco di Romanzo Criminale", il cassiere della Banda
Enrico Nicoletti, un tempo il cassiere della Banda della Magliana, oggi è morto. Finito in manette per la prima volta nel luglio del 2011 all'età di 74 anni nell'operazione Il gioco è fatto, la sua vita ha ispirato il personaggio de Er Secco in Romanzo Criminale. Nicoletti, nei decenni in cui la Banda godeva del massimo splendore, si occupava di gestire il capitale dell'organizzazione criminale e i collegamenti della Banda della Magliana con personaggi appartenenti alla politica e alla pubblica amministrazione, fungendo da collettore dei mondi criminali, come dicono gli inquirenti.
Nicoletti, insieme al suo braccio destro il 68enne Alessio Monselles, aveva il compito di intascare tutti i profitti delle attività illecite per poi reinvestirli in attività commerciali. Una decina di anni dopo l'arresto, all'età di 84 anni, è morto anche Er Secco, mentre si trovava nella clinica romana Villa Mafalda.