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Centro Covid Città di Roma: “Assunti a tempo indeterminato, finita l’emergenza ci hanno licenziati”

“Siamo stati mandati via dall’oggi al domani: ci hanno detto che non abbiamo superato il periodo di prova, ma la verità è che ci sono meno pazienti covid, e noi non serviamo più”. Così un’ex lavoratrice della Clinica Città di Roma a Fanpage.it. Secondo quanto riportato dall’infermiera, sarebbero almeno sedici i lavoratori nella sua stessa situazione. La struttura però nega: “Nessuna decisione strumentale, solo una valutazione purtroppo negativa su questi ragazzi”.
A cura di Natascia Grbic
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"Ogni mattina qualcuno di noi viene convocato dal coordinatore, che gli consegna una lettera. In questa lettera c'è scritto che non è stato superato il periodo di prova, e che per questo il rapporto di lavoro si interrompe. Su quasi trenta assunti a tempo indeterminato, in almeno sedici siamo stati licenziati con questa motivazione, tutti abbiamo ricevuto lo stesso identico foglio. È un po' una roulette russa, ogni mattina qualcuno di noi sa che riceverà la chiamata e il foglio. E non possiamo farci nulla". Sara (nome di fantasia, N.d.R.) è un'infermiera assunta dalla clinica Città di Roma a febbraio, quando la struttura da reparto maternità divenne Centro Covid. Le era stato fatto un contratto a tempo indeterminato, a lei come ad altre persone assunte con il cambio di destinazione della clinica. "Ci sembrava strano che ci avessero offerto il tempo indeterminato, a noi che eravamo tutti neolaureati – continua Sara – Abbiamo chiesto all'azienda se al termine dell'emergenza coronavirus saremmo stati mandati via, e ci hanno assicurato di no. Ma tra fine aprile e inizio maggio i pazienti covid si sono ridotti drasticamente e noi siamo diventati troppi. E l'unico modo che avevano di mandarci via era dire che non avevamo superato il periodo di prova. Fosse successo solo a qualcuno di noi l'avremmo trovato verosimile. Ma ci stanno mandando via tutti con la stessa scusa".

"Mandati via lavoratori a tempo indeterminato"

Secondo quanto riportato da Sara, su circa trenta persone assunte sarebbero già sedici quelle licenziate. "Ma la lista si allunga, e ogni giorno abbiamo notizie di gente che viene mandata a casa con questa modalità", specifica. "Non sappiamo se è un caso, ma sembra che le persone assunte a tempo determinato, con il contratto che scade magari tra qualche mese, le stiano invece tenendo". Sara era un'infermiera che lavorava con i pazienti Covid più gravi. "Inizialmente stavo in medicina, poi mi hanno spostato in terapia intensiva perché ritenuta un buon elemento capace di operare nei reparti di alta intensità. Dall'oggi al domani invece, non sono più stata un buon elemento, mi hanno detto che la valutazione del periodo di prova era negativa e sono stata mandata a casa". Sara non ha però avuto accesso alla sua valutazione: secondo quanto dichiarato dall'infermiera, può visionarla solo nel caso decidesse di citare in giudizio la clinica.

Città di Roma: "Decisione presa per valutazioni negative"

Il gruppo Garofalo, che gestisce tra le varie cliniche anche quella di Città di Roma, nega che si vogliano mandare via le persone a causa del calo dei pazienti. L'avvocata Lunardi, referente legale interno della struttura Città di Roma, ha dichiarato a Fanpage.it che "la motivazione non è stata quella di ridurre del personale e i numeri riportati sono diversi. All'inizio dell'anno sono stati assunti 65 infermieri, una quantità diversa dai trenta. Essendo andati veloci nelle assunzioni perché era urgente aprire un centro Covid, non è stata fatta una selezione iniziale precisa e puntuale. Nel corso del tempo ci si è accorti che qualcuno non aveva le caratteristiche per rimanere e quindi non ha superato il periodo di prova. I ragazzi che non l'hanno superato nel mese di maggio sono stati tredici, non di più, ed è derivato dal fatto che c'è stata una valutazione negativa da parte dei responsabili. A nessuno fa piacere interrompere un rapporto di lavoro, ma rientra nell'ambito di discrezionalità da parte dell'azienda. Non c'è nulla di personale o strumentale, ma solo una valutazione su questi giovani". La Clinica inoltre, nega che si vogliano mandare via solo i lavoratori a tempo indeterminato. "Sono stati mandati via sia ragazzi col tempo indeterminato sia ragazzi col tempo determinato. Nessuna volontà di punire o licenziare per qualche motivo particolare, solo un giudizio sui singoli lavoratori".

La chiusura del reparto maternità di Città di Roma

La decisone presa da Città di Roma rientra nella legalità dato che il contratto è stato interrotto prima del periodo di prova. Resta però l'amaro in bocca ai lavoratori assunti a febbraio, che speravano di aver trovato un impiego stabile e sicuro e che invece ora si sono trovati senza stipendio dall'oggi al domani. Una situazione già vista a dicembre 2020, quando a essere mandati via – data la trasformazione di Città di Roma in Centro Covid – erano state le lavoratrici del reparto maternità. Chi aveva un contratto era stato trasferito all'ospedale San Camillo, mentre con chi aveva una partita Iva (ma prestava servizio come ostetrica o ginecologa nella struttura da anni) il rapporto di lavoro è stato interrotto immediatamente. E così una trentina di lavoratrici sono rimaste senza impiego da un giorno all'altro, proprio in occasione delle feste di Natale e dell'emergenza economica.

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