Centro antiviolenza Roma Tre, Lucha y Siesta: “Attività confermate fino al 20 dicembre, poi il buio”
"Ci allarma non avere notizie dai e dalle rappresentanti della Regione Lazio mentre il lavoro dei Centri continua a costruire formazione e sensibilizzazione per incidere sulle radici culturali e sociali del fenomeno insieme alle diverse anime del territorio e dell’Università".
Queste le parole sulla possibilità che si concluda l'esperienza del centro antiviolenza intitolato a Sara Di Pietrantonio nell'università degli studi di Roma Tre da parte delle attiviste di Lucha y Siesta. Inaugurato lo scorso anno e preso in gestione dell'associazione Casa delle Donne Lucha y Siesta, il centro antiviolenza di ateneo rischia di chiudere. Con esso a rischio anche quello intitolato ad Elena Giannini Belotti della seconda università della capitale, Tor Vergata. Mentre quello dell'università di Cassino ha già chiuso poco tempo fa.
"IlCentro Antiviolenza Sara di Pietrantonio non può chiudere perché è una necessaria conquista a cui non possiamo rinunciare, perché è uno strumento che va riconosciuto, sostenuto e protetto a prescindere dalla parte politica a cui si appartiene – continuano – Oggi ci è stato comunicato che potremmo continuare le attività fino al 20 dicembre, poi non sappiamo cosa accadrà".
La data di scadenza e la necessità di rinnovo
La data di scadenza della convenzione è arrivata, ma dalla Regione Lazio, che si occupa di assegnare i finanziamenti per i centri, ancora non sono arrivate risposte. La stessa Regione che, come spiegato nelle scorse settimane, vuole porre fine all'esperienza di Lucha y Siesta, riassegnando l'immobile tramite bando.
"Dove verranno indirizzate coloro che non potranno più essere seguite dal Centro? Dove potranno rivolgersi per chiedere aiuto e sostegno le studenti dell’università Roma Tre, ma anche delle altre accademie, università e scuole disseminate nel territorio che in questo anno avevano finalmente trovato un approdo sicuro?", si chiedono da Lucha y Siesta.
Allarme a Roma Tre: rischia di chiudere il centro antiviolenza
A far scattare l'allarme studenti e collettivi, come Zaum alla Sapienza, intervenuto lo scorso lunedì con una contestazione contro la panchina rossa appena ricevuta dall'AS Roma e il collettivo transfemminista Marielle che su Instagram ha raccontato ciò che stava succedendo. Contattata da Fanpage.it, l'amministrazione dell'ateneo di Roma Tre ha confermato il suo impegno e la concessione dei suoi spazi per il centro: "In questi mesi è stato un presidio prezioso per il servizio al territorio e alla comunità accademica".