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Centenario marcia su Roma, al Colosseo appaiono striscione e gigantografia di Mussolini

Sono state calate dalla passerella pedonale di via degli Annibaldi, davanti al Colosseo: con la gigantografia del duce, uno striscione: “La marcia continua”.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto da Twitter.
Foto da Twitter.

Sono apparsi nella tarda serata di oggi, a poche ore dalla mezzanotte del centenario dalla marcia su Roma: uno striscione e una gigantografia di Benito Mussolini sono stati calati davanti al Colosseo, dalla passerella pedonale di via degli Annibaldi che collega via del Fegutale (nella zona Colle Oppio) con via Vittorino da Feltre. Gli autori del gesto sono stati, come si legge dalla firma sullo striscione, in alto a destra, i militanti del Movimento Nazionale. La rete dei patrioti.

Ma le reazioni non si sono fatte attendere. Oltre al rimpallo della notizia sui social, sul posto in breve tempo è arrivata la risposta alla provocazione: l'immagine di Benito Mussolini è stata capovolta e un altro striscione è stato posato sull'altro: "Tanto si sa come va a finire", recitava il secondo, riportando la data della marcia su Roma utilizzando il numero romano X per indicare il mese di ottobre. Poco dopo, infine, sul luogo sono arrivate le forze dell'ordine che hanno rimosso immagini e striscione.

I manifesti tappezzano Roma

Già a partire dalla mattina di oggi, a 24 ore dal centesimo anniversario, la capitale si è svegliata tappezzata di manifesti che inneggiavano alla marcia su Roma: duce in posa, al centro dell'immagine, circondato da camicie nere; la data della marcia e quella del centenario; citazione di Mussolini, con tanto di riproduzione della firma del duce e una scritta che campeggiava al centro: "In marcia!"

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Il sindaco Roberto Gualtieri ha immediatamente disposto la rimozione dei manifesti, sparsi per tutte le strade della capitale: "Inaccettabili e vergognosi. Roma è e sarà sempre antifascista", ha scritto in un tweet. Anche il consigliere capitolino Bonessio (EV) si è espresso in merito: "Quanto accaduto rappresenta un grave attentato alla Costituzione che vieta espressamente la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista".

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