L’assessore Catarci: “La Città dei 15 minuti non è uno slogan ma diventerà realtà”
Ormai il mandato della giunta Gualtieri è entrato nel vivo, ma la Città dei 15 minuti ancora è molto lontana da essere una realtà…
Secondo me larga parte dell'informazione e di chi su Roma fa opinionismo non sta capendo il lavoro che l'amministrazione sta portando avanti sulla Città dei 15 minuti. Per fortuna tante organizzazioni sociali e istituzionali, stanno contribuendo alla sperimentazione.
Ad esempio?
Per prima cosa in prima fila ci sono le università, con studi e progetti. Sia La Sapienza che Roma Tre hanno presentato studi comparativi da cui arrivano indicazioni molto importanti. E invece a volte ci troviamo immersi in un dibattito pubblico il cui leitmotiv è "a Roma in 15 minuti non passa manco l'autobus". E se questo può essere vero, ma qui non stiamo parlando di mobilità, ma della necessità di disegnare una città dove i servizi sono diffusi e presenti anche nei quartieri oltre il Gra. Quanti sono davvero consapevoli che ci sono quartieri a Roma dove mancano ancora le opere di urbanizzazione primaria?
Va bene, ma se un cittadino volesse sapere nel suo municipio in cosa consiste la Città dei 15 minuti, cosa scorprirebbe?
Lo scorso 5 aprile in un convegno al Quarticciolo intitolato “Roma a portata di mano. La città dei 15 minuti”, abbiamo presentato i progetti su cui abbiamo lavorato a livello centrale e in sinergia con i Municipi. Sono 15 prototipi, per i 15 municipi di Roma che si concentrano sulla costruzione della città dei 15 minuti. Ma anche le azioni di altri assessorati vanno nella direzione di aprire servizi e opportunità dove oggi non ci sono, penso ad esempio all'azione dell'assessora Claudia Pratelli di aprire 114 scuole il pomeriggio. Il sindaco Roberto Gualtieri ha voluto dalla campagna elettorale dare impulso all'idea della città dei 15 minuti e, anche se non basta scoccare le dita in una città come Roma, la direzione credo sia quella giusta.
Lei è anche assessore al Decentramento. Avete sempre intenzione di trasferire risorse e poteri ai municipi?
Abbiamo iniziato a rinforzare il decentramento. L'obiettivo, lo abbiamo detto, è quello di fare dei municipi dei comuni urbani. Ma per farlo è necessario che arrivi davvero una riforma dei poteri di Roma Capitale. In ogni caso stiamo iniziando a fare i primi passi.
Possiamo dire che il suo svolge le funzioni di quello che una volta era il vecchio assessorato alle periferie?
No, non lo possiamo dire perché le cose sono cambiate, ma possiamo raccontare la programmazione di risorse che faremo atterrare nelle periferie oltre il bilancio ordinario., utilizzando anche i piani urbani integrati per intervenire nei territori più lontani dal centro. Tor Bella Monaca, Corviale e Santa Maria della Piet: qui investiremo 160 milioni. Sulla qualità dell'abitare investiamo tra l'altro su due luoghi storici dei movimenti per il diritto alla casa, come Porto Fluviale e l'ex scuola di via Cardinal Capranica, dove apriremo anche servizi per i quartieri. E ancora grazie ai fondi CIS per l'edilizia scolastica, realizzeremo l'efficientamento energetico di centinaia di scuole di Roma, e poi sul fronte della mobilità tram, nuove ferrovie urbane e ciclovie urbane. La città cambierà e in meglio nei prossimi anni, questo è poco ma sicuro.
Il suo assessorato ha anche lavorato a disegnare una nuova mappa di Roma. Che fotografia avete scattato?
La città che abbiamo mappato è composta da 310 quartieri, di cui 22 rioni del centro storico. Lo abbiamo fatto a partire non da quello che c'era sulle vecchie mappe, ma andando da chi amministra e conosce i territori e chiedendogli quali fossero i quartieri del loro municipio. Solo conoscendo Roma, aggiornando l'immagine e i dati che abbiamo sulla città possiamo fare un intervento vero per dare risposte ai bisogi dei cittadini.
Adesso li nominiamo e poi che cosa accade?
Andiamo dall'Istat per dirne una e gli diciamo: ora Roma noi vogliamo conoscerla così, perché abbiamo bisogno di sapere cosa e chi c'è a Corcolle o Castelverde. Riscriveremo poi la delibera del '77 firmata da Giulio Carlo Argan, Ugo Vetere e da un giovane Walter Veltroni consigliere comunale, che è ancora lo strumento tramite il quale noi nominiamo le zone della città. Leggendo quei nomi ci tremano i polsi, ma oggi noi ci dobbiamo chiedere: Cesano che è un lembo del XV Municipio già praticamente sul lago di Bracciano, dove la popolazione cresce, come ci porto i servizi di base, ma anche lo sport, la cultura, il verde attrezza, i coworking così riduciamo traffico e pendolarismo.
Lei che da tanti anni fa l'amministratore si è stupito guardando questa nuova mappa?
Roma è una città che non finisce mai di stupirti, e girarla è faticoso quanto affascinante. Ecco: noi vorremmo che fosse sempre più affascinante e meno faticoso, e ridurre le differenze di qualità della vita e diritti a seconda del quartiere dove si vive e si nasce. Poi ho imparato una cosa: anche nel più periferico e difficile dei territori, in posti che i giornali descrivono come una specie d'inferno, ecco anche lì trovi sempre le risorse sociali, associative o informali, da cui partire. La politica deve imparare ad ascoltare di più, noi progettando la Città dei 15 minuti lo stiamo provando a fare.