Caso Silvia Cipriani, perché Valerio Cipriani è stato indagato per l’omicidio volontario della zia
Valerio Cipriani è risultato essere indagato per omicidio volontario di sua zia, Silvia Cipriani, ma anche persona offesa nello stesso procedimento. In realtà, quella che potrebbe sembrare un’anomalia del sistema, si giustifica come segue. Sicuramente, a carico dell’uomo pendono indizi pregnanti e capaci di giustificare l’iscrizione del suo nome nel registro degli indagati. Dall’altro, però, la qualità di persona offesa gli deriverebbe in considerazione della parentela. Nello specifico, per il fatto di essere prossimo congiunto della signora Cipriani.
Ma c’è un giallo nel giallo. L’uomo è indagato per omicidio, ma non per occultamento di cadavere. Per quale motivo?
Probabilmente, gli investigatori ritengono fondata l’ipotesi che sia intervenuta una (o più persone) nella fase di disfacimento del cadavere. In questo senso, è plausibile che il motivo per il quale Valerio è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio sia legato a dei dubbi sorti intorno al suo alibi. Dal momento che gli investigatori ancora non hanno né i risultati dell’autopsia né delle analisi biologiche. Dunque, in attesa di comparare i racconti del nipote con i dati relativi ai tabulari e alle celle telefoniche, possiamo avanzare alcune ipotesi.
Chi ha ucciso Silvia Cipriani
È verosimile ipotizzare, se di omicidio si è trattato, che Silvia conoscesse bene il suo assassino. Infatti, il giorno in cui è scomparsa le era stato anticipato l’orario della visita medica alla quale doveva sottoporsi. Questo potrebbe averla fatta rincasare prima del previsto ed allo stesso tempo sorprendere qualcuno indebitamente infiltratosi nella propria abitazione. Qualcuno che sapeva che la donna si sarebbe assentata e che era solita tenere i soldi in casa, come raccontato da alcuni familiari, ma che pensava di avere a disposizione un lasso temporale più ampio per agire. La flagranza, quindi, potrebbe aver scatenato una lite violenta sfociata poi nell’ omicidio. Il cerchio si stringe.
Il movente economico
Quello economico è il movente più plausibile per la biografia di Silvia. Non è chiaro che fine abbiano fatto i diecimila euro derivategli dalla vendita del fienile avvenuta nell'ottobre di un anno fa. Dal canto loro, alcuni parenti hanno riferito che Silvia non utilizzava la carta di credito, ma solamente i contanti. Che teneva, come detto, rigorosamente in casa. Dunque, l’ex postina potrebbe aver incassato l’assegno della vendita – e questo sarà possibile accertarlo agevolmente – e riposto i soldi che mancano oggi dai conteggi nella propria abitazione. Magari proprio sotto la mattonella. Secondo le abitudini raccontate dal cugino. Quindi, probabilmente qualcuno conosceva le abitudini di Silvia e, a fronte di un suo ipotetico rifiuto di corrispondergli quel denaro, potrebbe averla uccisa. La moglie di Valerio, da parte sua, ha affermato che alla donna era rimasti sul conto circa mille euro. Come faceva a saperlo?
L’ipotesi dell’incidente
Tra i reperti rinvenuti in prossimità della Fiat Palio, c’era la borsa di Silvia Cipriani. Non conteneva né soldi né cellulare né i documenti. Al contrario, sul sedile passeggero c’erano alcuni referti medici. Perché Silvia sarebbe dovuta uscire con la borsa vuota? A rigor di logica è maggiormente verosimile che si sia trattato di una maldestra attività di depistaggio.
Quanto all'ipotesi dell'incidente, è a mio avviso ormai da escludere. Ho avuto a che fare con casi di persone morte alla guida dopo un malore, ma prima di spirare hanno fermato l’auto in un posto isolato. Non hanno avuto certo il tempo di dirigersi o perdersi in un luogo impervio e nascosto come il bosco nel quale sono stati ritrovati i resti dell'ex postina.
Infine, si ribadisce, l’auto di Silvia Cipriani era visibilmente accidentata. Ma le ammaccature presenti da entrambi i lati apparivano dalle foto della scena del crimine perfettamente asimmetrici, alla stessa altezza. Quindi, potrebbero essere state effettuate dal carroattrezzi nell’attività di recupero e questo permetterebbe di escludere la pista dell’incidente. Come del resto è stato confermato dalla prima persona che ha segnalato la presenza dell’automobile.
Il corpo di Silvia
Con l'ausilio della tanatologia forense verrano esaminati i resti ossei rinvenuti a Scrocco di Montenero per attribuirli con certezza a Silvia. Resta, però, a mio avviso un interrogativo non di poco conto. Posto che non sappiamo lo stato di reale conservazione di quelle ossa, come è possibile che il corpo di Silvia fosse così in avanzato stato di decomposizione? L'unica spiegazione possibile è che il suo cadavere sia stato attaccato dagli animali che ne hanno poi accelerato il processo di decomposizione.