Caso Orlandi, pubblicati audio inediti: “Era una schifezza, per risolvere hanno chiesto a De Pedis”
Nomi, legami e abitudini scomode in Vaticano: tutto questo si trova negli audio inediti resi noti da il Riformista dopo l'annuncio della loro esistenza da parte di Alessandro Ambrosini, fondatore del blog Notte Criminale. Nei nastri, risalenti al 2009, trascritti ma di cui viene riportata anche la versione audio, uno dei soci di Renatino De Pedis lancerebbe nuove e pesanti accuse nei confronti del Vaticano.
Le registrazioni inedite sono due: nella prima la persona che rivela le informazioni, rimasta anonima, sembra ripercorrere le presunte cause di quanto accaduto. Non viene mai fatto esplicito riferimento ad Emanuela Orlandi o a Mirella Gregori, ma si parla di "alcune ragazze". Nel secondo, invece, affronta ciò che è successo dopo e specifica come sia inutile raccontare la verità su ciò che è accaduto "a lei e alle altre".
Il primo nastro: le premesse e il ruolo del Vaticano
Il primo audio si apre parlando proprio di De Pedis. "È sepolto lì per grazia ricevuta, ma non per quello che dice quella pazza della Minardi", ha dichiarato prima di essere interrotto da Ambrosini che prova a chiedere quanti soldi ha dato De Pedis per farsi seppellire in quel luogo, probabilmente. Ma non riesce a finire la frase.
"Ma sa chi era Casaroli lei? – continua facendo riferimento al cardinale e arcivescovo, segretario di Stato dal 1979 al 1990 e, quindi, anche nell'anno delle sparizioni delle giovani – Quello veniva al riformatorio e ci portava la sigarette. Era pure…". Ma il resto del discorso risulta essere incomprensibile.
"Papa Wojtyla… – continua prima di essere interrotto nuovamente da Ambronsini che commenta con un no ma andiamo e prima che il racconto risulti di nuovo indecifrabile – Chi gli ha salvato le chiappe è Casaroli. Casaroli non è intervenuto direttamente, ha fatto intervenire gli ex cappellani di Regina Coeli che portavano whisky, lettere, tutto quello che serviva, droga, all’interno del carcere. Quando è servito qualcosa a chi si sono rivolti?", ha continuato.
"De Pedis conosceva pure Marci..", si sente dire dalla persona, prima che l'audio faccia risultare incomprensibile (o non completo) il nome pronunciato. "E quella cosa di Calvi?", chiede Ambrosino. "Viene sempre da lì – continua l'altro – Ma è tutto un altro giro. Quello è Diotallevi Ernesto, amico intimo di Abbruciati", continua facendo riferimento ad altri individui della Banda della Magliana. "Allora, però, facciamo", prova nuovamente ad inserirsi Ambrosini.
"Wojtyla… – riprende a raccontare prima di una porzione di audio censurato di cui non conosciamo il contenuto – …pure insieme se le portava a letto, se le portava, non so dove se le portava, all’interno del Vaticano. Quando è diventata una cosa che ormai era diventata una schifezza, il segretario di Stato ha deciso di intervenire. Ma non dicendo a Wojtyla ora le tolgo da mezzo. Si è rivolto a chi? Lui essendo esperto del carcere perché faceva il cappellano al riformatorio, si è rivolto ai cappellani del carcere. Uno era calabrese, un altro un furbacchione. Un certo Luigi, un certo padre Pietro: non hanno fatto altro che chiamare De Pedis e gli hanno detto sta succedendo questo, ci puoi dare una mano? Punto. Il resto so tutte caz*ate".
Il secondo nastro: "Le cose vere non si possono pubblicare"
Nel secondo nastro sembra che la persona che ha deciso di rivelare queste verità scomode sia arrivata alla fine del racconto. "Le cose vere non si possono pubblicare – dice prima di una censura all'audio – Perché nemmeno… Le ripeto il comandante dello … che era compare e subalterno del generale del Sismi. Mi hanno portato a pranzo a Fiuggi, hanno tentato di… dicci come stanno le cose. Ho detto senti Nando, si chiamava Nando, che te dico? Se sapete la verità che ci fate? Non ci fate niente. Lei e della gente è morta, come la provi una cosa del genere, ti citano pure i danni", ha continuato a spiegare.
"Quello sicuramente", ha confermato Ambrosini. "Io quando parlai con Nando a Fiuggi dissi Nando non hai capito. A te ti trasferiscono, a me m’ammazzano, lascia perdere. Purtroppo l’Italia è un Paese strano".