Caso Orlandi, parla Alberto Laurenti: “Fra me ed Emanuela solo qualche saluto: il resto è falso”
"Indagavano sull'Avon e su Alberto, un ragazzo della scuola a cui piaceva Emanuela", ha dichiarato nell'ultima audizione una compagna di canto corale di Emanuela Orlandi. A quasi una settimana da queste dichiarazioni, parla Alberto Laurenti, che oggi è un noto chitarrista e compositore di canzoni.
All'epoca, però, era uno dei ragazzi che seguivano le lezioni presso l'Istituto vaticano Ludovico da Victoria di piazza Sant'Apollinare a Roma, lo stesso frequentato da Emanuela Orlandi e lo stesso in cui la ragazzina è stata vista per l'ultima volta prima della sua scomparsa dopo la lezione di canto corale con monsignor Miserachs (atteso, a sua volta, dalla commissione bicamerale d'inchiesta di domani).
Il racconto di Alberto Laurenti
"In questi giorni ho letto fantasiose verità con il mio nome accostato a quello di Emanuela Orlandi nell'ambito di frequentazioni e progetti artistici ambiziosi – ha spiegato Laurenti all'agenzia Ansa – Ma non è così".
I due, come smentisce lo stesso Laurenti, si frequentavano una volta a settimana durante i corsi di canto corale: "Il rapporto tra me ed Emanuela si limitava a timidi sguardi e rapidi saluti tra adolescenti – ha sottolineato – Ho deciso di intervenire perché l'idea che Emanuela fosse una quattordicenne assetata di successo mi disturba". Secondo quanto riportato negli ultimi giorni, Orlandi avrebbe sfruttato la presenza tra il pubblico di un programma televisivo per poter raggiungere chissà quale obiettivo pseudoartistico. "Ho letto articoli in cui si tenta di scavare nella testa di una ragazzina attribuendole iniziative mai avvenute".
Il rapporto fra Alberto ed Emanuela Orlandi
"Quanto uscito in questa settimana rappresenta delle falsità – ha continuato – Nel periodo che va daia miei 14 anni ai 18 ho frequentato tanti colleghi di conservatorio, ma non Emanuela. Era più piccola, con lei ho scambiato soltanto qualche saluto". Poi ha precisato di essere stato ascoltato dalle forze dell'ordine: "Mi hanno chiamato a parlare come persona informata dei fatti più di 40 anni fa: mi trovavo a Roma in quella tragica giornata. Ma non ero a scuola: ero all'ospedale Celio per sottopormi ad un piccolo intervento dermatologico dopo essermi spostato con mezzi pubblici da Orvieto dove prestavo il servizio militare presso la caserma Piave".
Gli fa eco l'avvocato che lo assiste, Francesco Lauri: "Citare un artista famoso nell'ambito di una vicenda così triste serve al solo scopo di attirare i lettori e rischia di distrarre l'opinione pubblica dai risultati più seri che le varie commissioni di indagine stanno cercando di conseguire da tempo". E, prima di chiudere, è lo stesso Laurenti a lasciare un monito: "Mi aspettoche non vengano divulgate oltre notizie tanto false quanto sgradevoli nel rispetto di chi, come i familiari di Emanuela, sta cercando la verità da tanti, forse troppi anni", termina.
L'appello di Pietro Orlandi
Prima di lui, sulle presunte aspirazioni nel mondo dello spettacolo di Emanuela riportate da alcuni era già intervenuto il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi.
"Io vorrei sapere chi mette in giro queste caz*ate (scusate la parola ma non saprei definirle diversamente) – ha tuonato Orlandi qualche giorno fa sui social network – Amava apparire, sognava i riflettori, il mondo dello spettacolo…ecc, ma chi lo dice? Su che base inventano certe cose? Per quale motivo? Solo per insinuare che qualunque cosa fosse accaduta, in fondo se l’è cercata".
E dopo aver appreso dell'intervento di Laurenti, lo ha ringraziato pubblicamente sui social: "Sono contento che sia intervenuto e condivido le sue parole: purtroppo c'è chi continua a cercare del torbido dove torbido non c'è".