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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Caso Orlandi, il fratello Pietro sul diario di Emanuela: “Storia vecchia e falsa”

Riferimenti a papa Giovanni Paolo II di Emanuela Orlandi nella sua agenda, presa nel 1983 dai servizi segreti. “Storia vecchia e falsa, come quella delle assenze. Eppure c’è chi cerca sempre e in ogni modo di calpestare la dignità di una ragazzina di 15 anni, come era mia sorella”, il commento a Fanpage.it del fratello Pietro.
A cura di Beatrice Tominic
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Sono entrati in casa Orlandi e hanno portato via l'agenda su cui Emanuela scriveva nel periodo immediatamente precedente alla sua scomparsa. Poi, il mese dopo, verso il 20 luglio del 1983, il materiale è stato spedito anche alla questura di Roma. In fotocopia. All'interno delle pagine scritte dalla ragazzina, spesso insieme alle amiche di scuola, anche i riferimenti al papa. "Giovannino" o "G.P.II", veniva chiamato Wojtyła dall'amica di Emanuela che, armata di penna, insinuava una fantomatica relazione sentimentale fra i due.

"Sempre le stesse cose, si prova a calpestare la dignità di una ragazzina di 15 anni. Ma noi dobbiamo andare verso la verità – ha spiegato il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, a Simona Berterame di Fanpage.it – Molti pensano che si trattasse di diari segreti, invece si trattava di diari scolastici, a portata di tutti. Ricordo che spesso Emanuela veniva anche presa in giro in quel periodo. Una volta indagarono su una scritta trovata in quelle pagine. C'era scritto Sto con Marcello da nove mesi. Ma lo aveva scritto mia sorella Federica, non Emanuela".

Non nasconde la sua rabbia Pietro Orlandi: "Sono stufo. Tirano sempre fuori la storia dei diari e quella delle assenze, anche. Si chiedono dove andasse invece si stare a scuola. Ma lei quell'anno fece 13 assenze, tutte giustificate da mia madre – ribadisce – E non nell'ultimo periodo, quello prima della scomparsa".

Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro.
Il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro.

Il diario di Emanuela Orlandi

A far tornare alla ribalta la faccenda sulle pagine di diario della quindicenne, il settimanale Giallo che sarebbe entrato in possesso dei documenti d'accompagnamento del diario che i servizi segreti hanno inviato alla questura insieme alle fotocopie. "Al signor Questore di Roma. Si trasmette fotocopia di un’agenda di Emanuela Orlandi, occasionalmente acquisita dal noto organismo", si legge nell'atto inviato dal ministero dell'Interno e classificato come riservato.

Il fatto che i servizi segreti fossero entrati in possesso dei documenti prima della questura non è un caso. Fin dai primi giorni della scomparsa di Emanuela gli agenti sono stati impegnati nel caso (forse anche grazie alla relazione che legava la cugina di Emanuela all'agente Gangi, come ribadito in sede di audizione davanti alla commissione bicamerale di inchiesta sia dal giornalista Sarrocco che da Pietro Orlandi).

I servizi segreti nella ricerca di Emanuela Orlandi

"I servizi segreti sono venuti a casa nostra tre giorni dopo la scomparsa di Emanuela – ha spiegato più volte  Pietro Orlandi, il fratello della ragazza –  Per noi si trattava di persone che volevano aiutarci. Erano la salvezza, gli davamo tutto ciò che chiedeva. E loro prendevano tutto". Anche l'agenda di Emanuela dell'epoca, probabilmente.

L'impegno degli agenti è arrivato soltanto in seguito. Ed è in quel momento che, con i primi elementi raccolti durante le indagini, in questura arrivano anche le fotocopie di alcune pagine del diario. Pagine che, come scritto nel documento indirizzato al questore, sarebbe stato acquisito "occasionalmente" dagli agenti.

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