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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Caso Orlandi, l’avvocata Laura Sgrò in commissione: “Papa incontri la famiglia, aiuterebbe tutti”

Dopo mesi dall’inizio dei lavori, è arrivato il turno dell’avvocata Laura Sgrò, la legale della famiglia Orlandi, di parlare in commissione bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela: nel suo intervento cita il Papa e il presidente della Repubblica Ciampi.
A cura di Beatrice Tominic
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"Nessuna collaborazione dal Vaticano". Lo ribadisce anche oggi, ricevuta dalla commissione bicamerale d'inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori la legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò. "Io spero che papa Francesco riceva presto gli Orlandi: un contatto diretto potrebbe aiutare il lavoro di tutti quanti – ha aggiunto – Rinnovo anche in questa sede il mio appello al Santo Padre".

L'avvocata sulla collaborazione del Vaticano: "Noi l'abbiamo sempre cercata"

Davanti alla commissione l'avvocata Laura Sgrò ha continuato a parlare del rapporto con la Santa Sede, citando padre Federico Lombardi che, nel corso della sua audizione, aveva detto che il Vaticano aveva sempre collaborato. "In realtà, purtroppo, non è andata così – ha sottolineato la legale – Noi la collaborazione l'abbiamo sempre cercata, l'abbiamo sempre voluta". È proprio grazie alle richieste inviate dall'avvocata Sgrò e dall'insistenza di Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che nel gennaio del 2023 sono state aperte le indagini sul caso anche in Vaticano, come ha ammesso a Fanpage.it lo stesso promotore di giustizia vaticana Alessandro Diddi.

Eppure, come hanno sottolineato sia la legale Sgrò che il suo assistito, il lavoro e la collaborazione da parte dello Stato Pontificio con loro sono stati ridotti al minimo.

Come trovare la verità sul caso Orlandi: "Ciampi sapeva qualcosa"

Non soltanto il Vaticano. Secondo l'avvocata Sgrò anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi sarebbe stato a conoscenza di alcuni dettagli, visto anche il collegamento con Ali Agca, al quale ha concesso la grazia nel 2000. Ormai raccogliere la sua testimonianza è impossibile: Ciampi è morto otto anni fa. Ma a parlare, per lui, potrebbero essere le sue agendine, conservate nell'archivio storico della presidenza della Repubblica, che al loro interno, oltre ai suoi appuntamenti, contengono una sorta di diario.

"A quanto pare il presidente Ciampi aveva delle agende meticolosissime che sono state donate alla presidenza della Repubblica – esordisce sul tema l'avvocata Sgrò – Non lo dico io che sono meticolose, ma il fatto che siano state consultate anche nel processo trattativa Stato-mafia. Alcuni stralci sono stati addirittura letti nel corso del processo, per la ricostruzione di alcuni momenti storici", ripercorre Sgrò. "Visto che è stato Ciampi ad avere concesso la grazia ad Alì Agca, vorrei chiedere al presidente della Repubblica di poterle consultare – continua la legale della famiglia Orlandi – È plausibile che ci siano degli appunti e la grazia ad Agca ha probabilmente a che fare con Emanuela Orlandi".

Dopo aver rilasciato dichiarazioni spesso considerate (anche dal fratello Pietro Orlandi e dalla stessa commissione di inchiesta che, per il momento, non ha accettato di sentirlo, ndr) contraddittorie e non convincenti nel corso di quaranta anni, dopo essersi presentato come persona che conosce la verità sul caso, l'ex Lupo Grigio potrebbe comunque aiutare, forse suo malgrado, nella risoluzione di quanto accaduto in quel 22 giugno del 1983.

"Quello di Mirella Gregori un caso separato"

Prima di concludere il suo intervento, l'avvocata si è mostrata totalmente in accordo con l'avvocato della sorella di Mirella Gregori, Nicodemo Gentile. "Anche secondo me non ci sono legami fra i due casi di scomparsa", spiega, aggiungendo che il fatto di essere spesso accostata alla cittadina vaticana è stata nociva per le sue indagini. "Le carte che riguardano Mirella sono pochissime, secondo me non le ha fatto bene essere collegata a Emanuela – continua – Mirella è stata tirata dentro da un comunicato che peraltro è risultato fasullo". Proprio nel comunicato in cui si chiedeva la liberazione di Ali Agca in cambio delle due ragazzine.

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