Caso Orlandi, il fratello Pietro: “So il nome del carceriere di Emanuela a Londra”
"Il carceriere che ha tenuto Emanuela segregata a Londra si chiama Vittorio Baioni ed è un ex Nar". Sono le nuove rivelazioni di Pietro Orlandi, ospite della trasmissione televisiva "Verissimo" condotta da Silvia Toffanin in onda su Canale Cinque. Il fratello di Emanuela Orlandi ha rivelato in puntata nuovi dettagli sul caso della quindicenne vaticana scomparsa in circostanze misteriose il 22 giugno del 1983 e mai più ritrovata. Si tratta di uno dei più enigmatici cold case italiani del Novecento. I dettagli si riferiscono alla cosiddetta "pista di Londra", ossia all'ipotesi secondo la quale Emanuela, dopo il suo rapimento, sia stata portata fuori dall'Italia, dov'è rimasta per anni.
Chi era l'ex Nar Vittorio Baioni
Pietro Orlandi ha spiegato chi era Vittorio Baioni e il suo presunto ruolo nel caso Orlandi della sparizione di sua sorella Emanuela. "Baioni ra un ex Nar, amico di Valerio Fioravanti e altri coinvolti nella strage di Bologna". Pietro Orlandi ha deciso di farne il nome ora perché: "Nessuno lo cerca, faccio io il nome". Per il fratello di Emanuela pare che tra le varie piste che riguardano la sparizione di sua sorella quella più importante sarebbe appunto quella di Londra, ma che, spiega "non se ne vuole occupare nessuno". A febbraio scorso Pietro Orlandi ha fatto riferimento aduna lettera sulla scomparsa di Emanuela, che riguarda proprio la pista di Londra.
La pista di Londa: Emanuela Orlandi segregata fino al 1993
Baioni, ex Nar, insieme ad altre persone avrebbe avuto il ruolo di carceriere di Emanuela Orlandi, durante una sua presunta permanenza a Londra. Pietro Orlandi in trasmissione ha detto che sua sorella sarebbe stata portata nella capitale inglese, dove sarebbe rimasta e tenuta nascosta almeno fino al 1993.
In quel frangente infatti Pietro Orlandi ha raccontato di essere stato contattato da una persona, che gli ha detto che Emanuela erastata portata a Londra e che secondo lui dietro alla scomparsa della sorella ci sarebbe stata la pista della pedofilia. L'anonimo informatore gli avrebbe fatto recapitare una lettera: se fosse autentica, sarebbe stata inviata dal cardinale Poletti all'ex segretario di Stato inglese Frank Cooper.
"Emanuela era a Londra, in un appartamentino gestito dagli Scalabriniani". Ma non solo. "Era incinta, ed era stata fatta ricoverare per interrompere la gravidanza. O almeno, è quello che mi farebbe capire questa persona". Nella lettera letta in tv, e attribuita al cardinal Poletti, il porporato accennerebbe infatti "alla soluzione immediata del problema totalmente inaspettato e indesiderato".