Caso Orlandi, Chaouqui chiede revisione del processo Vatileaks 2: “Ho elementi sul file di Emanuela”
"Nel file riaperto in Vaticano su Emanuela Orlandi devo depositare degli atti che riapriranno il caso Vatileaks: ho chiesto la revisione del processo", queste le parole di Francesca Chaouqui, avvocata ed ex collaboratrice di papa Francesco all'inizio del suo pontificato, poi condannata con pena sospesa per aver trafugato alcuni documenti riservati del Vaticano nel caso che è conosciuto da tutti come Vatileaks 2.
"Sono finalmente libera di far trionfare la verità e di contribuire a mettere un punto ad una storia durata quaranta anni", ha aggiunto. Domani l'avvocata sarà ascoltata dal tribunale vaticano, stavolta in veste di testimone, nell'ambito del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di stato di cui si è celebrata oggi la 43esima udienza.
La nota sul processo Vatileaks 2
"Ha dato mandato per instaurare un processo di revisione della sentenza che l'ha vista condannata nel processo Vatileaks 2, essendo emersi nuovi elementi di prova che dimostrano, per tabulas, l’assenza del coinvolgimento della stessa, allo studio dell’avvocato professor Alfredo Ottaviani, avvocato rotale", si legge in una nota che termina spiegando che, già nelle prossime ore, si potrà conoscere il nome dell'avvocato penalista italiano che l'assisterà.
"Questi elementi di prova confluirebbero nel fascicolo aperto dal Tribunale Vaticano sulla vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi e pertanto, non costituirebbero più elementi coperti da segreto pontificio. Nei prossimi giorni lo stesso atto di revisione verrà depositato presso gli uffici competenti", conclude la nota.
L'avvocata e il file Orlandi
Non è la prima volta che l'avvocata Chaouqui fa riferimento al file della Santa Sede sul caso Orlandi. Già nel 2017, in occasione dell'uscita del suo primo libro, ha parlato di una verità scomoda per il Vaticano. Nonostante quanto dichiarato da Padre Georg nel suo libro, secondo Chaouqui è esistito un dossier su Emanuela e l'avvocata lo avrebbe letto.
"Non volendo, ho letto delle cose, molte. Se le rivelassi non aiuterei nessuno, non farei il bene della Chiesa. Ma non è il mio ruolo. Non sono io a doverle dire – aveva dichiarato all'epoca, come si legge ancora nel blog dedicato ad Emanuela Orlandi – Se fossi io a decidere se rivelarle o no, parlerei. Ma è una mia precisa impostazione: parlo solo di ciò che è di mia competenza. E io non ero tenuta a vedere quei documenti sul caso Orlandi".
Qualcosa, però, sembra essere cambiato. Complice, forse, l'apertura di un fascicolo sulla scomparsa di Emanuela Orlandi da parte della magistratura vaticana. "Ecco Pietro, ora ci siamo. Qualche giorno ancora", ha invece scritto oggi sui social, con riferimento al fratello di Emanuela dopo, come sembra evidente, aver cambiato idea.