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Delitto di Arce, omicidio di Serena Mollicone

Caso Mollicone, le ultime parole del carabiniere suicida Tuzi: “Ti dico dove portare le rose”

Al processo sull’omicidio di Serena Mollicone è stata ascoltata l’amante del brigadiere suicida Santino Tuzi: “Mi ha mostrato la pistola, mi ha detto “Tra poco di faccio sapere dove devi portare le rose””
A cura di Enrico Tata
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Serena Mollicone
Serena Mollicone
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Il 28 marzo 2008, a sette anni di distanza dall'omicidio Mollicone, arriva la possibile svolta nelle indagini: il brigadiere dei carabinieri Santino Tuzi dice di aver visto entrare Serena nella caserma del paese nella mattina del primo giugno 2001, il giorno della sua scomparsa. Pochi giorni dopo Tuzi ritratta la sua versione, poi la conferma di nuovo. L'11 aprile si toglie la vita con la sua pistola d'ordinanza. L'ultima ad avere sentito la sua voce è l'amante Anna Maria Torriero, Nell'ultima udienza del processo sulla morte di Serena Mollicone è stata ascoltata dai giudici della Corte d'Assiste del tribunale di Cassino.

Caso Mollicone, il suicidio di Santino Tuzi

In aula è stata fatta ascoltare prima un'intercettazione telefonica che risale a poche ore prima rispetto alla deposizione chiave di Tuzi e poi una terribile chiamata effettuata poco prima della morte del carabiniere. Tuzi aveva lasciato davanti alla porta dell'appartamento della signora Torriero un mazzo di fiori ed una stecca di sigarette con un biglietto su cui c'era scritto: "Queste rose appassiranno ma l'amore che ho per te resterà eterno". La donna aveva deciso quindi di chiamarlo per convincerlo a non uccidersi e lui si era presentato a casa sua per un ultimo salute: "Mi ha mostrato la pistola che aveva sotto il maglione. Lui che odiava girare con le armi. Mi ha detto: "Vedi ho la pistola" ed io ho avuto paura. Cercavo di calmarlo ma poi è andato via dicendomi: "Tra poco di faccio sapere dove devi portare le rose". Per questo ho allertato i colleghi che hanno iniziato a cercarlo. Mi ha nuovamente chiamata al telefono ed ho provato a calmarlo ma poi mi ha detto: Addio amore mio ed ho sentito lo sparo. Da quel giorno ad un orecchio non ci sento più".

Le intercettazioni su Serena Mollicone

C'è però un'altra intercettazione che riguarda Anna Maria Torriero e riguarda una chiamata fatta qualche ora prima dell'interrogatorio del 28 marzo 2008. Tuzi: "Sono stato chiamato per motivi di lavoro". Torriero: "Che è successo? Per cosa ti hanno chiamato? Per la questione dei colleghi o quella della ragazza?". Il brigadiere risponde: "La ragazza". La testimone ha però negato davanti ai giudici di essere a conoscenza di aspetti utili per le indagini in merito alla presenza di Serena all'interno della caserma. "Perché ha parlato della ‘ragazza' per poi negare di sapere? Quella donna mente. Sa molte più cose di quanto voglia far credere. Ci ha costretti ad ascoltare aspetti della vita intima con nostro padre che sono stati laceranti. Avrebbe dovuto, se non altro per umana pietà, dire la verità. Mio padre è morto ma non merita di essere oltraggiato come sta accadendo in questo processo", ha commentato Maria Tuzi, la figlia di Santino.

Il processo sull'omicidio Mollicone

Gli imputati al processo sulla morte di Serena Mollicone sono l'ex Comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, il figlio Marco, la moglie Annamaria e il maresciallo Vincenzo Quatrale, che sono accusati di concorso in omicidio. Quatrale è anche accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Tuzi.

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