Caso Hasib Omerovic, i quattro poliziotti indagati non saranno sospesi
I poliziotti indagati non saranno sospesi: questa la decisione, almeno per ora. Come confermato ieri, i quattro resteranno tutti in servizio. Tre di loro, in particolare, continueranno la loro attività nello stesso commissariato di Primavalle, assegnati ad altri uffici e mansioni. Nel frattempo, però, si aggiungono nuove accuse a quelle di tentato omicidio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici nei confronti dei quattro poliziotti indagati per il caso di Hasib, 36enne disabile precipitato dalla finestra della sua abitazione a Primavalle durante una perquisizione: le nuove ipotesi di reato sono quelle di tortura e false informazioni.
La risposta alla Camera
A seguito dell'interpellanza su eventuali provvedimenti presentata da Riccardo Magi, deputato di + Europa che aveva sollevato il caso lo scorso settembre sempre alla Camera il caso di Hasib, ha risposto il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni. È stato proprio il sottosegretario a spiegare che uno degli agenti "è stato assegnato ad un altro ufficio di pubblica sicurezza della capitale, mentre gli altri tre sono stati adibiti a servizi di vigilanza interna nell'ambito del quattordicesimo distretto", come riporta la Repubblica.
Ha poi spiegato che non sono stati avviati provvedimenti disciplinari perché le indagini sono ancora in corso e che si potrà pensare a iniziative simili naturalmente in presenza dei presupposti soltanto all'esito del procedimento penale. Nel frattempo, però, lo stesso Molteni ha ricordato che la Procura di Roma ha già avviato un procedimento penale per i reati di false informazioni al pubblico ministero, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e tortura.
La vicenda di Hasib
Presentato proprio alla Camera dallo stesso deputato Magi, il caso di Hasib risale allo scorso luglio quando il ragazzo è precipitato dalla finestra della sua abitazione, durante una perquisizione in casa eseguita senza mandato da parte dei poliziotti del commissariato di Primavalle. Da quel momento si trova ancora ricoverato nel reparto di neuroriabilitazione ad alta intensità del policlinico Agostino Gemelli di Roma, "in una condizione di minima coscienza e costantemente sottoposto a monitoraggio".
Al momento del volo dalla finestra in casa, oltre al 36enne sordo, c'era la sorella, anche lei con disabilità: è proprio lei che ha raccontato a genitore e ad inquirenti che aveva visto il fratello mentre veniva picchiato dai poliziotti con un bastone, probabilmente il manico della scopa, calci e pugni. Poi lo avrebbero buttato giù dalla finestra.