Scomparsa Emanuela Orlandi, la magistratura Vaticana riapre il caso: avviate nuove indagini
Presto potrebbe essere fatta nuova luce sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: la Magistratura Vaticana ha deciso di riaprire il caso e ha dato il via a nuove indagini. A quasi quaranta anni dalla scomparsa della ragazza, avvenuta il 22 giugno del 1983, il promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi e la Gendarmeria hanno deciso di aprire il caso, come riportato da AdnKronos.
Lo scopo è quello di analizzare nuovamente tutti i materiali come fascicoli, documenti e informative, ma anche esaminare le testimonianze e le segnalazioni per cercare di chiarire quanto avvenuto in quel fatidico pomeriggio in piazza Sant'Apollinare, seguendo nuove piste e rivedendo quelle già battute in passato.
Con il caso Orlandi, potrebbe arrivare chiarezza anche su un altro storico cold case romano all'ombra di San Pietro, cioè la scomparsa di Mirella Gregori, coetanea di Emanuela e scomparsa poco più di un mese prima.
La decisione di riaprire il caso
La decisione presa dalla magistratura pontificia supporta la volontà di trovare la verità sul caso della quindicenne e la trasparenza voluta da Papa Francesco. Negli ultimi tempi, alle informazioni già ottenute in passato, si sono aggiunte nuove rivelazioni, come quelle presenti negli audio inediti risalenti al 2009 e la lettera inviata al fratello di Emanuela, Pietro, da Ali Agca, l'uomo che ha sparato a papa Wojtyla.
Dopo l'uscita del docufilm su Netflix, con la conseguente affissione in tutte le vie della capitale dei manifesti della scomparsa della ragazza, anche il parlamento italiano si è mobilitato con l'apertura di una commissione d'inchiesta che, oltre al caso Orlandi, vuole fare luce anche sulla sparizione di Mirella Gregori e sull'omicidio di Simonetta Cesaroni, in via Poma.
L'inchiesta archiviata
L'inchiesta precedente, avviata nel 2006 dopo le dichiarazioni rilasciate da Sabrina Minardi, che vedeva sei indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona, fra cui il monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant'Apollinare, si è conclusa nel 2015. La decisione di chiudere le indagini e archiviare l'inchiesta era stata presa dal Gip, su richiesta della Procura, per mancanza di prove consistenti.
Tre anni dopo, a seguito della scoperta di alcune ossa durante un intervento di restauro nella sede della Nunziatura Vaticana di via Po, a Roma, il Vaticano aveva acconsentito di far analizzare quanto rinvenuto: Procura di Roma e Polizia Scientifica, però, non avevano trovato alcun collegamento con la giovane. E proprio oggi, a pochi giorni dall'ennesimo sit-in organizzato dal fratello di Emanuela per reclamare la verità sulla scomparsa di sua sorella, arriva la notizia della riapertura delle indagini.