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Caso Abdel Latif, deputato tunisino in Italia: “Perché autorità comunicato subito morte naturale?”

Majdi Karbai è un deputato della sinistra tunisina eletto in Italia nella circoscrizione esteri. Dal primo momento sta seguendo il caso di Abdel Latif, il 26enne morto dopo tre giorni di contenimento all’ospedale San Camillo. A Fanpage.it spiega: “La mamma aspettava una telefonata per sapere che andava tutto bene, che era arrivato, né ha invece avuta una che gli diceva che il figlio era morto per cause naturali”.
A cura di Valerio Renzi
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"Lo scorso venerdì ho ricevuto una telefonata da un parente del ragazzo, che mi ha raccontato di aver avuto la comunicazione da parte del Consolato Tunisino in Italia sulla morte per cause naturali di Abdel Latif". A parlare è Majdi Karbai, deputato del parlamento tunisino eletto in Italia nella circoscrizione esteri con il partito di sinistra Attayar. Arrivato nel nostro paese nel 2009, ha studiato tra Roma e Milano, e oggi è dottorando all'università di Liegi. Da anni si occupa del traffico illegale di rifiuti dalla Tunisia all'Italia e di migrazioni, in particolare dei rimpatri forzati dei suoi concittadini. È un punto di riferimento per chi subisce abusi e ingiustizie, per chi si trova nei centri di detenzione amministrativa, non è un caso che i familiari di Latif siano arrivati a lui.

Karbai si mobilita immediatamente, prende contatto con il consolato e capisce subito che il caso del suo concittadino necessita di approfondimenti: trasferito il 24 novembre dal Cpr di Ponte Galeria, passa prima per l'ospedale Grassi di Roma e da qui al reparto psichiatrico dell'ospedale San Camillo dove muore alle prime ore del mattino del 28 novembre. Comincia da questo momento la ricerca della verità: "La mamma aspettava una telefonata del tutto diversa, attendeva che il figlio partito per cercare un'alternativa di vita la chiamasse per dirgli che andava tutto bene: è stato straziante sentire le sue urla dall'altra parte del telefono". Ma soprattuto i familiari confermano che il ragazzo quando è partito per attraversare il Mediterraneo stava bene fisicamente, non aveva malattie croniche e non aveva mai manifestato disturbi psichici.

Si muove il Garante dei detenuti Stefano Anastasia, che accede al Cpr romano assieme al consigliere regionale Alessandro Capriccioli. I due esponenti istituzionali visionano l'incartamento riferito al giovane tunisino e subito notano una cosa: il 25, 26 e 27 novembre Abdel Latif viene "contenuto", ovvero legato al letto nel reparto psichiatrico, della contenzione si conosce l'orario di inizio ma non quella di fine. Ad oggi nessuno ha ancora smentito che sia stato legato al letto per tre giorni.

Karbai si chiede "perché alla famiglia è stata comunicata immediatamente la morte per cause naturali? Perché sul corpo del ragazzo non è stata disposta immediatamente l'autopsia?". Il deputato tunisino ricostruisce poi il contesto in cui è avvenuto il viaggio e e la detenzione di Abdel Latif.  "Notiamo un ulteriore incremento dei voli di rimpatrio dall'Italia, che dà 8 milioni di euro alla Tunisia grazie a una pseudo convenzione, per garantire la sorveglianza delle coste del Mediterraneo e per riprendersi i migranti. Perché dico pseudo convenzione? Perché nessuno dei due parlamenti l'ha mai discussa". Da gennaio a oggi i rimpatri forzati dall'Italia alla Tunisia sono stati oltre 1.600.

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