Casi di legionella all’Umberto I di Roma? Una bufala, secondo il policlinico
Secondo la Direzione generale del Policlinico Umberto I di Roma i dati sulla diffusione del batterio della legionella all'interno dell'ospedale sono "infondati". Per il policlinico romano si "tratta di un ignobile attacco alla salute pubblica e all'ospedale. La direzione strategica aziendale smentisce e preannuncia azioni contro chi, a fronte di una manciata di minuti di insulsa ribalta televisiva, è pronto a creare allarme sociale in maniera ingiustificata".
La Direzione generale dell'azienda "stigmatizza la diffusione di notizie e responsabilità del tutto infondate, e annuncia azioni legali atte a difendere il lavoro e la reputazione dei professionisti sanitari e dell'ospedale tutto".
La diffusione di notizie su presunte "morti accadute nel corso degli anni" a causa di legionella all'interno dell'ospedale "è una notizia destituita di qualsiasi aggancio con la realtà, e chi si è reso responsabile della diffusione sarà perseguito nelle sede opportune".
Nel caso relativo al "paziente ricoverato presso l'ospedale per gravi e serie patologie e successivamente deceduto, i controlli effettuati all'interno dei reparti dove è stato ricoverato il paziente in questione, rientrano nel monitoraggio epidemiologico continuo e costante che l'azienda svolge per il controllo dello stato delle acque che ad oggi rispettano tutti gli standard di sicurezza previsti dalla normativa".
Il caso menzionato è quello del produttore Rai Maurizio Paffetti, deceduto al Policlinico Umberto I. Nel momento in cui è stato ricoverato presso il reparto di terapia intensiva neurochiriurgicia dell'Umberto I viene scoperta la presenza del batterio della legionella.
Al momento, ha spiegato in una nota la direzione generale dell'ospedale romano, "non è emerso alcun dato che confermi l'avvenuto contagio all'interno delle mura ospedaliere".