Carta acquisti, a Roma attivate solo 10mila tessere su 30mila. Funari: “Serve proroga dal governo”
Il 15 settembre è stata la data ultima per compiere il primo acquisto utilizzando la card alimentare Dedicata a te. Chiunque l'abbia già usata può considerarsi ufficialmente un beneficiario, tutti gli altri sono automaticamente esclusi dal provvedimento. Qual è la situazione a Roma?
A Roma erano previste 30mila card. Ormai la possibilità di beneficiarne si è chiusa da 5 giorni e i dati che siamo riusciti a raccogliere fino ad ora sono allarmanti: almeno 10mila persone che avrebbero avuto i requisiti per poterla ricevere ne sono rimaste sprovviste. È un dato oggettivo che ci ha già fornito Poste Italiane. Dei 20mila che sono riusciti a ritirarla, inoltre, non sappiamo in quanti siano riusciti ad attivarla. È un dato che ci forniranno Inps e ministero soltanto più avanti. Da cinque giorni è stato chiuso anche l'indirizzo email al quale le persone potevano rivolgersi in caso di difficoltà.
Avete mostrato fin da subito dei dubbi sull'erogazione della card. Possiamo considerare queste 10mila card perse non attivate una tragedia annunciata?
Sicuramente il meccanismo con cui è stata presentata la tessera aveva già delle difficoltà iniziali che abbiamo provato a rappresentare. A queste se ne aggiungevano di nuove soprattutto nei comuni più grandi, fra tutti quello di Roma e di Napoli, dove era stata preventivata la distribuzione di, rispettivamente, 30mila e 31mila card. Nei comuni con meno abitanti è più facile assicurarsi che le informazioni, oltre alla tessera materiale, riesca ad arrivare a tutti. Con i numeri di Roma, invece, temevamo i disagi che stiamo, effettivamente, registrando.
Quali sono?
Per ricevere la tessera, con conseguente bonus mensile, non era necessario fare domanda: la lista dei beneficiari è stata stilata direttamente dall'Inps. Per questo molte persone non sapevano neanche di avere diritto alla card. La comunicazione è arrivata per posta, ma in alcuni casi ci sono stati dei ritardi. Alcuni di quelli che hanno ricevuto l'avviso, invece, non sono riusciti a ritirare la carta materiale.
Troppo poco tempo per permettere l'invio della lettera e il ritiro della carta?
Sciuramente non ha giocato a nostra favore neanche il periodo estivo: la scadenza era prevista a settembre. In agosto, con i numeri che abbiamo a Roma e senza uffici dedicati, con il personale impegnato anche in altre attività, è stato complesso. Proprio per questo, al numero telefonico, abbiamo aggiunto anche un'email dedicata.
È stata d'aiuto?
Certamente, ci hanno scritto 6mila persone: chiedevano se rientrassero fra i beneficiari, ad alcuni abbiamo inviato un fac-simile della lettera, in attesa che arrivasse tramite posta. Siamo stati costretti a dire ad altri che, nonostante in base ai requisiti si riconoscessero fra i beneficiari, non erano presenti nell'elenco stilato da Inps. Per cercare di arrivare a più beneficiari possibili, abbiamo impiegato anche nostre risorse, con impiegando il personale e spese di spedizione delle raccomandate a carico nostro.
Quale può essere la causa di un "intoppo" del genere?
Probabilmente sono da ricercare nell'organizzazione stessa della distribuzione delle tessere. Pensare di mettere sullo stesso piano i piccoli comuni con quelli grandi è stato un errore non da poco. Territori più vasti, cittadini e cittadine diversi. A Roma contiamo un gran numero di famiglie mononucleo, rappresentano circa il 41% del totale e spesso si tratta di persone anziane rimaste sole. È facilmente comprensibile che loro richiedano un'assistenza diversa. L'auspicio è quello di creare una struttura differenziata che possa tenere conto delle peculiarità di ogni comune.
Avete valutato la possibilità di chiedere aiuto ai municipi?
Per alcuni strumenti bonus stiamo già collaborando. Ma anche per i municipi è complicato diventare erogatori di contributi con i grandi numeri della capitale. Hanno già tante richieste, abbiamo deciso di non gravare ancora di più. Oltre a gestire la fase transitoria del reddito di cittadinanza e delle nuove domande non appena sarà possibile.
Avete previsto delle soluzioni per aiutare le almeno 10mila persone private della tessera?
Ci stiamo già mobilitando per questo: tramite l'Anci (l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr), abbiamo già chiesto una proroga dei termini, ma per il momento né ministero né Inps si sono dimostrati disponibili ad alcun tipo di apertura. Speriamo possano cambiare idea dopo aver consultato i dati di ottobre, altrimenti quasi la metà dei beneficiari dovranno sicuramente dire addio al bonus. Una scadenza di questo tipo pesa seriamente sulla vita quotidiana delle persone. Anche se erogato una tantum, la tessera può essere un aiuto da non perdere. Un altro mese di tempo può fare la differenza.
Quali sono le prospettive per queste persone adesso?
Tutti parlano di povertà, ma non si tratta più di un'emergenza: il numero di persone che rischia di trovarsi in mezzo ad una strada aumenta progressivamente. Dobbiamo fare in modo che gli aiuti arrivino davvero sulla tavola delle persone. Molte saranno costrette a rivolgersi alle associazione oppure a noi anche soltanto per fare la spesa.
Insomma, un problema che si aggiunge all'addio al Reddito di Cittadinanza, che citava prima.
Certamente. Questo si preannuncia un autunno caldo e complesso, sono i mesi cruciali. L'abolizione del Reddito di Cittadinanza rischia di causare altri gravi problemi in numerose famiglie. Molte utilizzavano quell'entrata per pagare l'affitto, altre per fare la spesa, per beni primari. Forse sarebbe servito strutturare meglio questo provvedimento, piuttosto che fare un passo indietro, attivarne uno da zero, cambiando anche la platea dei beneficiari. A Roma parliamo sempre di più dell'emergenza casa, dell'aumento della povertà alimentare. Abbiamo all'attivo diversi bonus, strumenti con i quali vogliamo alleggerire il peso economico alle famiglie. Questa decisione non sarebbe dovuta essere presa adesso.
Anche in questo caso, come pensate di sopperire al problema?
È particolarmente difficile riuscire a trovare fondi a livello comunale in sostituzione di una misura economica di quella portata. Il Campidoglio nel suo documento ha stanziato dei finanziamenti dedicati al dipartimento Politiche Sociali, ma sono destinati all'assistenza domiciliare diretta e indiretta. Alle persone in difficoltà.
Qual è la prospettiva allora?
Sicuramente trovarne altri. Cercare nuove risorse al ministero e chiedere nuovi fondi europei. Stiamo già organizzando nuovi provvedimenti con finanziamenti dedicati alle famiglie mononucleo con minorenni a carico. Nei casi più complessi, queste famiglie in difficoltà economica rischiano addirittura di perdere la custodia dei figli e non vogliamo aggiungere dolore ad altro dolore. Ma l'azione di contrasto alla povertà deve essere strutturata insieme al governo. Abbiamo bisogno di provvedimenti, altrimenti rischia di diventare una lotteria dove soltanto pochi riescono a trovare gli aiuti.