Caro affitti e diritto alla casa: non basta indignarsi, si devono dare risposte concrete
Di Claudio Marotta
La protesta degli studenti che ha contagiato gli atenei di tutta Italia ci ha messo ancora una volta di fronte al tema del caro affitti e, allargando il campo visivo, a quello più articolato e complesso del diritto all’abitare.
Una situazione drammatica in un Paese sempre più ingessato a causa di politiche per la casa antiquate quando non completamente assenti.
Le giovani generazioni faticano a trovare il proprio posto, costrette prima a studiare dentro scuole che cadono a pezzi, poi a pagare a caro prezzo una stanza dove poter alloggiare durante il percorso universitario, e infine ad accettare spesso lavori sottopagati per muovere faticosamente i primi passi nel mondo dell’occupazione.
L’ostacolo diventa ancora più alto quando decidono di acquistare una casa per mettere radici al proprio futuro. Per molti, troppi, solo un sogno.
Nella Capitale d’Italia e nel Lazio per evidenti ragioni numeriche la questione è ancora più esplosiva. La soluzione per la popolazione universitaria deve essere quella di rafforzare con maggiori finanziamenti la rete degli studentati. Sfruttando innanzitutto le fonti comunitarie, PNRR e fondi ordinari, ovvero tutte quelle risorse che dovrebbero essere destinate alla Next Generation UE, alle future generazioni, e non alla corsa agli armamenti come vorrebbero adesso tecnocrati e grandi partiti europei.
Oggi in tutto il Paese, i giovani stanno portando avanti una contestazione che accende l'attenzione sulla questione sociale che li riguarda, e lo fanno dormendo in tenda di fronte agli atenei, quasi ad ammonire il governo: guardate dove siamo costretti a stare!
La questione abitativa nel Lazio è un problema che viene da lontano, aggravato a causa di una legge sull'edilizia residenziale pubblica ormai vecchia, pensata sul modello del nucleo familiare come lo abbiamo conosciuto nel secondo Novecento, assolutamente incapace di intercettare le nuove figure emergenti che abitano la metropoli, con i proprio bisogni e i propri desideri. Con tempi e stili di vita assolutamente eterogenei nella attuale composizione sociale.
Il mondo si evolve, mentre la politica resta ferma a guardare, senza adattarsi alle esigenze e alle richieste avanzate soprattutto da chi è più giovane, a cui si chiede a gran voce di fare figli, senza metterli però nelle condizioni di poterli crescere. Una vergogna anche questa.
Per tutto questo è urgente, a partire dal Lazio, intervenire con una nuova legge che adegui le politiche abitative regionali alla nostra nuova realtà sociale, offrendo un aiuto concreto alle decine di migliaia di donne e uomini in attesa di un alloggio popolare e agli sfrattati per morosità, evitando che chi si trova in difficoltà abitativa sia costretto a rivolgersi a una pluralità di istituzionali (i municipi, i servizi sociali, il dipartimento comunale, le ATER regionali) rimanendo per lo più appesi per anni in attesa di risposte concrete.
Un progetto a cui vorremo lavorare come Alleanza Verdi e Sinistra, allargando a tutte le forze politiche e in particolare a quelle progressiste, sarà una proposta di legge regionale che possa istituire l’Agenzia Sociale per la Casa, uno strumento a disposizione dei cittadini in difficoltà che vigili sul mercato immobiliare, che intervenga per calmierare i prezzi degli affitti, che aiuti la cittadinanza a trovare le risposte per un alloggio dignitoso.
Ancora, sarebbe utile da parte della Regione, per sopperire alle carenze dell'edilizia residenziale pubblica, l'accensione di un “super-mutuo” con Cassa Depositi e Prestiti per l'acquisto in massa a condizioni vantaggiose di una grossa parte dell'invenduto sul territorio regionale, soprattutto Roma, da destinare ad alloggi popolari, facendo scorrere le gradutorie. Nella Capitale sono tantissimi gli immobili di nuova costruzione che non sono stati ancora utilizzati: per questo un intervento del genere faciliterebbe l'accesso al diritto alla casa a chi attende da anni.
Su questo, la Giunta Gualtieri sta muovendo passi concreti e coraggiosi, in grado di invertire la rotta e garantire un diritto che dovrebbe essere universale. Perché il punto è proprio questo: la casa non dovrebbe essere un privilegio. E costringere i nostri ragazzi a dormire in tenda per alzare l’attenzione sul tema è inaccettabile.
L’auspicio è che tutti quelli che si sono indignati in questi giorni, dagli esponenti del Governo ai tanti Sindaci che hanno manifestato la propria solidarietà agli studenti e la politica tutta, facciano davvero qualcosa. Subito e ora. E che invece, come sempre, non si aspetti la prossima protesta. Sarebbe questa l’ennesima sconfitta di tutti.