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Carlo Calenda insiste: “Io candidato sindaco, PD scelga il vicesindaco da candidare”

Carlo Calenda ribadisce di essere in corsa per il Campidoglio e annuncia che proporrà al segretario dem Enrico Letta di rinunciare alle primarie e di indicare un vicesindaco del Partito Democratico e un programma comune: “In questo momento il Pd o appoggia la Raggi o me, perché altri non si sono candidati”.
A cura di Valerio Renzi
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Carlo Calenda non fa un passo indietro sulla sua candidatura a sindaco di Roma. Dopo l'annuncio del segretario del Partito Democratico Enrico Letta sulla necessità di elezioni primarie, e la disponibilità dell'ex ministro Roberto Gualtieri a parteciparvi, il leader di Azione in un'intervista al Messaggero ribadisce l'inutilità delle consultazioni ("appaiono quando servono a prendere tempo per non decidere. Poi scompaiono quando sembra che possa essere in campo Zingaretti o quando c'è un tentativo di far ritirare la Raggi), e rilancia la possibilità di un accordo ma alle sue condizioni, proponendo che il PD esprima il vicesindaco in un ticket.

Calenda, che già la scorsa settimana ha incontrato Letta, spiega che nel prossimo vertice dirà al segretario dem "che è venuto il momento di sederci intorno a un tavolo e di identificare una squadra, con un vice sindaco o una vice sindaca espressione del Pd e un programma comune". E se l'accordo non ci fosse? "Noi correremo non con il simbolo di Azione, ma con liste civiche". E non si risparmia nel criticare le dinamiche del dibattito politico, mettendo in piedi nel piatto in casa democratica: "La fuga in avanti sulla candidatura di Gualtieri, all'insaputa di Letta, come a dire Roma è nostra, è stato un atto di prepotenza inquietante".

Calenda: "Il PD scelga se appoggiare me o Raggi"

E poco fa è tornato all'attacco, ospite di Sky Tg 24: "In questo momento il Pd o appoggia la Raggi o me, perché altri non si sono candidati. Letta deve fare una scelta, se vuole veramente un profilo riformista e di cambiamento oppure se vuole, soprattutto a Roma, andare dietro ad una classe dirigente locale, anche del Partito democratico così come della destra, che questa città l'hanno disintegrata, insieme alla Raggi negli ultimi 5 anni".

"Da oggi parlo solo del programma", ha aggiunto Calenda in studio. Già nelle settimane scorse l'europarlamentare aveva chiarito che non avrebbe rinunciato alla corsa verso il Campidoglio. Ora la scelta sta al Partito Democratico: incoronare Calenda candidato sindaco di tutta la coalizione di centrosinistra, o andare dritti sulla scelta di consultare la base nella consapevolezza di trovarsi di fronte un terzo temibile avversario oltre a Raggi e al candidato del centrodestra.

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