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Carlo Calenda contro tutti, ma soprattutto contro i sondaggi: “Vado al ballottaggio con Gualtieri”

Il candidato sindaco rompe gli indugi in un’intervista a Radio Rock. Il leader di Azione non si fida dei sondaggi che prevedono una sfida a due tra Michetti e Gualtieri. È convinto di passare al secondo turno e di giocarsela ad armi pari con il candidato del centrosinistra. “Se non ci vado non dirò ai miei per chi votare”
A cura di Luca Ferrero
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Carlo Calenda è contro tutto e contro tutti, anche contro i sondaggi. Tuttele rilevazioni danno al secondo turno Enrico Michetti, candidato del centrodestra, e Roberto Gualtieri, candidato del centrosinistra, a tallonare terza la sindaca uscente Virginia Raggi e ben distante il leader di Azione. Oggi, in un'intervista a Radio Rock, ha dichiarato: "Credo che alla fine il ballottaggio sarà tra me e Gualtieri".

Quando si dice l'ottimismo della volontà. Calenda, che continua instancabile a girare per Roma, ieri aveva dato la carica ai suoi così: "Inizia l’ultimo mese di campagna elettorale. Abbiamo lavorato con serietà: 11 mesi di incontri in tutti i quartieri, un programma dettagliato, una sola lista civica di persone competenti. Proveranno a dirvi che tutto questo non conta. Dimostriamogli che non è così".

Oggi invece ha confermato che non ha intenzione di dare indicazioni di voto al ballottaggio, nel caso (più che probabile) non accedesse al secondo turno. "Nel caso non dovessi andare al ballottaggio – ha affermato – dico semplicemente che, avendo fatto una lista civica, penso non vada bene che se non vado al ballottaggio dico ai miei a chi votare. Loro non mi appartengono, non sono come pecore. E poi non farò accordi con nessuno, né se arrivo al ballottaggio né se non ci arrivo. Non voterei quella che ha distrutto Roma, però c'è anche Michetti. È dura scegliere il peggiore". Un attacco diretto nei confronti di centrodestra e M5s.

"Ho detto che non avrei mai fatto il sindaco – ha aggiunto – ero sicuro che ci sarebbe stata una gara a fare il sindaco di Roma e che i grandi partiti avrebbero presentato candidati importanti, tipo la Meloni contro Letta o Gentiloni. Quello che è successo è un caso unico nella storia del Paese dove nessuno voleva fare il sindaco della Capitale. E per questo ho deciso di fare questa grande sfida amministrativa che è quella di amministrare la Capitale".

Calenda, infine, non rinuncia a qualche battuta sul futuro di Roma, sulla sua amministrazione e sulle possibili alleanze in campo tra PD e M5s al ballottaggio. "Penso che non ci siano città ingovernabili – ha aggiunto – credo che se lo si vuole fare, ci sono alcune cose su cui devi stare attento. Per esempio non lo puoi fare se fai alleanze con chi la città l'hai ridotta così, sarebbe un controsenso".

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