Carlo Calenda: “Consiglio comunale ostaggio sindacati”. Centrosinistra: “Populismo e antipolitica””
È scontro tra Carlo Calenda e il centrosinistra romano, dopo le dichiarazione rese dal candidato a sindaco di Roma e leader di Azione a Fanpage nel corso di un'intervista sull'andamento della campagna elettorale. "Anche la classe politica di centrosinistra è stata dominata dai sindacati di Atac, Ama e dei vigili urbani. Questa cosa va rotta, altrimenti sono loro che governano il consiglio comunale e non si riesce a fare nessuna riforma strutturale", ha dichiarato.
Parole che non sono passate inosservate. Il primo a rispondere è il capogruppo del PD in aula Giulio Cesare Giulio Pelonzi, che ha parlato di "demagogia", di "affermazioni provocatorie" e "populiste", che danno "la cifra della debolezza della sua proposta politica e della sua candidatura". "Dopo cinque anni di disastri di questa amministrazione le aziende del gruppo Roma Capitale sono al collasso e la loro capacità di erogare servizi di qualità ai cittadini è drasticamente diminuita. Se non fosse stato per la tenuta dei lavoratori di queste aziende l'erogazione dei servizi essenziali a Roma sarebbe stata interrotta più volte. – ha aggiunto Pelonzi – A loro va tutto il nostro ringraziamento. I sindacati e le forze politiche di centrosinistra hanno contrastato le scelte sciagurate della Sindaca Raggi riuscendo a fermare le politiche ultraliberiste di Lemmetti che avrebbero portato alla chiusura e/o svendita delle municipalizzate e dei loro patrimoni, basti pensare ad Ama, Atac, Roma Metropolitane o Farmacap. A Roma circa 7000 posti di lavoro sono a rischio in caso di fallimento o chiusura di queste aziende".
Dello stesso tenore la riposta di Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti alla Regione Lazio e presidente di Pop. "Leggo dalle agenzie di stampa che Carlo Calenda si appresta a mandare il suo curriculum vitae nelle case dei romani, perché possano giudicarlo in quanto suoi futuri ‘datori di lavoro' come sindaco. – ha dichiarato – Mi permetto di consigliare all'ex ministro di non aggiungere in quel curriculum neppure una riga della sua intervista a Fanpage in cui oggi attacca a testa bassa i sindacati, colpevoli secondo lui di aver bloccato il Consiglio comunale di Roma. Affermazioni gravi, sprezzanti e figlie tra l'altro di un'altra stagione politica, ma soprattutto parole che rappresentano esattamente il contrario di ciò che occorre a Roma. Come abbiamo scritto nella Carta d'intenti della coalizione ‘Insieme per Roma', la città potrà ripartire se saprà mettere al centro il valore del lavoro e del dialogo sociale".
Il consigliere comunale di Sinistra per Roma Stefano Fassina anche insiste nel parlare di "populismo anti-sindacale" e "anti-politica". "Coerentemente con la sua storia e i suoi interessi di riferimento, l'ex Ministro del Governo Renzi vuole dare ai privati un'ulteriore fetta di monopoli naturali, in particolare il ciclo dei rifiuti e il Tpl. Nel Regno Unito, il Premier conservatore Johnson ri-nazionalizza le ferrovie dopo i disastri determinati dai privati che, come è evidente da noi con le autostrade o anche il bilancio Acea, aumentano le tariffe, minimizzano gli investimenti e mietono rendite miliardarie", prosegue Fassina. "Ma il centrosinistra, almeno a Roma, ha superato la malattia liberista degli ultimi 30 anni. La Carta d'Intenti che abbiamo sottoscritto come candidati alle primarie del centrosinistra del 20 giugno è chiara: puntiamo tutti al dialogo sociale come metodo di governo, al risanamento e rilancio delle aziende municipali e all'internalizzazione dei servizi e dei relativi lavoratrici e lavoratori", conclude.