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Carabiniere salva 29enne dal Lago di Bracciano: “Privo di sensi e cianotico, aveva la testa sott’acqua”

Il maresciallo ordinario Gerardo Bellomia dell’8° Reggimento Lazio ha raccontato a Fanpage.it il salvataggio di un 29enne, che stava per annegare nel Lago di Bracciano. Il militare era libero dal servizio e si trovava in spiaggia con il figlio di 5 anni.
A cura di Alessia Rabbai
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Il maresciallo ordinario Gerardo Bellomia dell'8° Reggimento Lazio
Il maresciallo ordinario Gerardo Bellomia dell'8° Reggimento Lazio

Un pomeriggio di un sabato di giugno sarebbe potuto finire in tragedia per un ventinovenne, che ha rischiato di annegare nel Lago di Bracciano, ma un carabiniere libero dal servizio gli ha salvato la vita. Gerardo Bellomia, maresciallo ordinario dell'8° Reggimento Lazio, intervistato da Fanpage.it ha raccontato i concitati momenti in cui è intervenuto per riportare a riva l'uomo, in attesa dell'ambulanza. Erano circa le ore 15.40 in via Circumlacuale, località Santo Celso, in spiaggia c'erano molti bagnanti. Di fondamentale importanza è stato il fatto che il militare non ha sottovalutato la richiesta d'aiuto di un gruppo di bambini, gli adulti pensavano che stessero giocando, ma il carabiniere ha capito subito che qualcosa non andava, evitando esiti ben più gravi. Il ventinovenne è ancora ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, fortunatamente da quanto si apprende è fuori pericolo.

Come si è accorto della situazione di pericolo?

Ero in spiaggia insieme a mio figlio Alessandro di cinque anni e stavamo trascorrendo un pomeriggio tranquillo all'aria aperta, godendoci una bella giornata di sole. Un gruppo di bambini che stavano facendo il bagno ha urlato aiuto, ho alzato gli occhi verso il lago e ho visto una persona con la testa in acqua. Ho preso il telefono, mentre gli andavo incontro ho composto il Numero Unico delle Emergenze 112 e ho chiesto l'intervento urgente di un'ambulanza, per un uomo che rischiava di annegare e che stavo per soccorrere.

Com'è avvenuto il salvataggio?

Nel giro di pochissimi secondi sono entrato in acqua, ho raggiunto l'uomo e l'ho riportato a riva. La situazione mi è parsa fin da subito drammatica, perché vedevo che stava andando giù, era privo di sensi. Riportato a riva, mi sono accorto che era cianotico, aveva le labbra scure. Mi ha raggiunto un bagnante e abbiamo valutato le funzioni vitali per iniziare le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Ha avuto un sobbalzo, ha fatto qualche colpo di tosse, mandato fuori l'acqua e fortunatamente ha ripreso a respirare, anche se è rimasto incosciente per tutto il tempo.

A quel punto l'ho messo in posizione laterale di sicurezza, in attesa dell'arrivo dei soccorsi. Mio figlio mi è rimasto accanto per tutto il tempo e mi ha aiutato, gli ho chiesto di portarmi il telefono, per sollecitare i soccorsi e ho chiamato la centrale di Bracciano. Mi ha avvisato all'arrivo dei colleghi. Giunti i soccorritori con l'automedica, l'ambulanza e l'elisoccorso, ho affidato il ventonovenne al personale sanitario, che l'ha trasportato in ospedale. Sul posto sono intervenuti i militari della della Sezione Radiomobile della Compagnia di Bracciano, per gli accertamenti di rito.

Le era già capitato di salvare la vita di una persona?

Durante l'attività di servizio ci capita spesso di trovarci in situazioni molto critiche, dagli incidenti stradali ai tentativi di suicidio, spesso il nostro intervento tempestivo come militari dell'Arma è fondamentale per sventare poteziali tragedie. Intervenire libero dal servizio in soccorso di una persona che ha rischiato l'annegamento però non mi era mai capitato, è stata la prima volta. Purtroppo non ho ancora avuto modo di parlare con il ventinovenne, mi piacerebbe chiedergli come sta, sarebbe un sollievo.

Come ha spiegato cosa è successo a suo figlio?

Mi ha chiesto cosa fosse accaduto, gli ho risposto che certe volte capita di sentirsi male e che è importante che ci si aiuti a vicenda. Lui è stato tranquillo, noi andiamo spesso in campeggio ed è abituato ad affrontare varie criticità nella natura, mi dà ascolto. Sa che quando c'è una situazione particolare come questa deve restarmi accanto.

Molti lettori la definiscono eroe per il suo gesto, lei ci si sente?

No, penso che chiunque dotato di senso civico se avesse visto una persona in pericolo in acqua sarebbe intervenuto per salvarla, il mio è stato un gesto istintivo e non ho fatto nulla di speciale. Come carabinieri poi siamo abituati a fare il pronto intervento, a lavorare in situazioni critiche e ad operarci per salvare qualcuno che si trova in pericolo, è una caratteristica importante del nostro lavoro.

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