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Camilla, la ristoratrice di Ostia simbolo della crisi: “Mi sono rialzata e detta ce la posso fare”

Fanpage.it ha intervistato Camilla Moccia, la ristoratrice di ventidue anni del bistrot La Pasticciona di Ostia. Ha raccontato la foto che la immortala seduta ai piedi dei fornelli della sua cucina, in apprensione per le nuove chiusure a Roma e Lazio in zona rossa, divenuta simbolo della crisi dei ristoratori.
A cura di Alessia Rabbai
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Camilla Moccia, la ventiduenne ristoratrice del bistrot La Pasticciona di Ostia, intervistata da Fanpage.it ha raccontato la storia della foto che ha fatto il giro del mondo attraverso giornali e social network, diventata simbolo della crisi dei ristoratori. Lo scatto la immortala seduta ai piedi dei fornelli, nella sua cucina, con la testa piegata tra le braccia alla notizia che Roma e il Lazio sarebbero diventate zona rossa e che i ristoranti avrebbero nuovamente chiuso ai clienti per il servizio al tavolo. "Non mi aspettavo che la foto riscuotesse tanto scalpore, a scattarla è stata mia madre in un momento molto particolare, perché stavamo andando in contro alla nuova chiusura – spiega la ristoratrice – inoltre la giornata non era di per sé delle migliori, non avevamo prenotazioni, il tempo era brutto". Attimi molto forti che ripercorre con la mente: "Mi sono seduta qui, nel mio posticino: i pensieri sono sopraggiunti tutti insieme, un paio di minuti in cui mi sono sentita come cadere nel buio, ma fortunatamente ho un carattere forte e mi sono tirata su – racconta – Mi sono rialzata e detta ‘ok ce la puoi fare, come sempre hai fatto' da quando è iniziata l'emergenza sanitaria, così sono andata avanti fino al giorno dopo, quando è arrivata la grande notizia che il Lazio sarebbe appunto diventato zona rossa".

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"Vergogna, ad un anno dalla pandemia non è cambiato niente"

Camilla ha raccontato come ha vissuto la prima fase della pandemia, quando il Governo ha annunciato il lockdown: "La prima sensazione che ho provato personalmente è stata quella di affidarmi a ciò che a noi ristoratori ci era stato detto, sperando che le istituzioni riuscissero a risolvere il problema. Ho creduto e confidato in loro e nel progetto che avevano preparato. Nei mesi estivi fortunatamente abbiamo avuto la possibilità di lavorare e di rimetterci un po' in carreggiata, fino alla seconda chiusura di Natale e poi di nuovo adesso, un aprire e chiudere continuo". Una situazione divenuta ormai insostenibile: "È una vergogna, ad un anno dall'inizio dell'emergenza sanitaria siamo tornati al punto di partenza – e aggiunge – Né noi ristoratori né nessun altra categoria dovrebbe trovarsi in questa situazione".

Intervista di Daniele Napolitano

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