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Cameriera molestata dal capo durante il servizio: rischia il processo noto ristoratore di Trastevere

I fatti risalgono al 2021. La giovane stava servendo ai tavoli quando, stando alla sua versione, è stata palpeggiata dal titolare del locale: “Era già successo, a tutte, ma per non perdere il lavoro nessuna denunciava”. L’imprenditore rischia di finire a processo per violenza sessuale aggravata dalla prestazione d’opera.
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L’ennesimo caso di molestia sul posto di lavoro arriva questa volta da un noto ristorante di Trastevere, a Roma. La giovane cameriera era intenta a servire ai tavoli, come faceva tutti i sabato sera da ormai 3 anni, quando è stata palpeggiata senza consenso dal titolare del locale. Per il 47enne, la pm Stefania Stefanìa ha chiesto il rinvio a giudizio e l’imprenditore romano rischia ora di finire a processo per violenza sessuale aggravata dalla prestazione d’opera.

La ricostruzione dei fatti

Questa la versione della cameriera: stava appuntando le ordinazioni di un gruppo di turisti quando uno dei due titolari, che si aggirava tra i tavoli, si è avvicinato e l’ha toccata nelle parti intime senza consenso. E non solo: si legge nel capo di imputazione che, non appena la cameriera si è voltata, “soddisfatto compiva un gesto di apprezzamento per quello che aveva appena fatto, di fronte allo sguardo sbigottito delle persone sedute al tavolo”.

I fatti risalgono alla sera di sabato 19 giugno 2021: la ragazza lavorava con contratto part-time per un ristorante di Trastevere famoso per la cucina romanesca.

Dopo aver subito la molestia, la cameriera ha continuato il suo servizio, portando la comanda in cucina e tornando a servire ai tavoli. Ma il disprezzo e il senso di umiliazione scaturiti da quell’abuso non l’hanno abbandonata: dopo tre anni dall’assunzione, si licenzia dal lavoro.

La scelta di denunciare

Oltre a lasciare il lavoro, dove il molestatore ricopriva le vesti anche del capo, la ragazza – oggi 30enne – decide di compiere un ulteriore passo e sporgere denuncia ai carabinieri di Monterotondo.

Il procedimento giudiziario che ne è scaturito ha superato la prima fase delle indagini preliminari: la pm Stefania Stefanìa ha chiesto il rinvio a giudizio del titolare del locale, che rischia quindi di finire a processo. L’udienza preliminare davanti al gup, originariamente prevista per ieri, è stata rinviata.

Non un caso isolato: "Non viene denunciato per non perdere il lavoro"

Ma non si tratterebbe di un caso isolato. “Era già successo, e non solo a me. È un continuo, lo fa con tutte”, Repubblica riporta la voce della ragazza vittima di molestie, pochi giorni dopo il fatto. La ragazza ha raccontato di essere già stata palpeggiata altre volte dall’uomo, in passato: ”Ma non solo io: anche molte mie colleghe, alcune apostrofate con battute spinte e fuori luogo”.

Un luogo di lavoro, secondo quanto emerge dalle testimonianze della ex cameriera, impregnato di sessismo e dove molestie di questo tipo sarebbero state all’ordine del giorno. Non solo, la situazione già grave risulta se possibile ancora peggiore se si considera che questo clima di abusi era instaurato in ambito lavorativo, ossia dove vigeva uno specifico rapporto di potere tra datore di lavoro, nonché titolare del locale, e dipendenti.

“Come la maggior parte dei dipendenti, avevo un contratto part time, 24 ore alla settimana, quando io ne lavoravo più di 50. Non avevo diritto alle ferie, alla malattia, a niente”, continua la testimonianza della ragazza su Repubblica. “In tante ragazze, per non perdere il lavoro, non l’hanno denunciato”.

Il flash mob di solidarietà

Pochi giorni dopo la denuncia è stato organizzato un flash mob con lo scopo, cercare di far emergere il più possibile la questione delle molestie sul luogo di lavoro – a partire dal settore della ristorazione – fenomeno pervasivo per quanto troppo spesso ancora in ombra, e la volontà di sostenere la ragazza nella sua scelta di denunciare. “Chi denuncia non deve mai essere lasciato solo”, recitava uno dei cartelli tenuto in mano dalle dimostranti.

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