Calci e pugni alla compagna incinta: “Ti faccio diventare pazza e ti levo il bambino”
Non potrà avvicinarsi più all'ex compagna, da cui dovrà tenersi ad almeno 500 metri di distanza. Gli agenti del commissariato di Tivoli hanno disposto l'ordinanza di misura cautelare emessa dal giudice nei confronti di un uomo di 25 anni accusato di gravi maltrattamenti nei confronti della compagna. La donna, incinta e in avanzato stato di gravidanza, è stata ripetutamente picchiata, insultata e minacciata di morte. A spingerla a chiedere aiuto sono state le persone che aveva intorno: i familiari, le amiche, e il medico di base. Tutti si erano resi conto della situazione vissuta dalla donna, e l'hanno spinta a rivolgersi a un centro antiviolenza e denunciare l'accaduto alla polizia. Il 25enne ha il braccialetto elettronico, che controllerà i suoi spostamenti e avvertirà le forze dell'ordine nel caso dovesse avvicinarsi ancora all'ex. È accusato di maltrattamenti in famiglia, aggravati dall'avanzato stato di gravidanza della compagna.
La donna, che è quasi a termine gravidanza, si è rivolta al pool antiviolenza del commissariato Tiburtino per denunciare i gravissimi comportamenti del compagno, un uomo alcolizzato che la minacciava di morte e la picchiava in ogni occasione. Le violenze non sono cessate nemmeno con la gravidanza: in più occasioni l'ha strattonata, schiaffeggiata, presa per la gola e spinta, gettata con la pancia sulla maniglia della lavastoviglie e presa ripetutamente a calci e pugni all'addome. In questi momenti insultava la compagna, distruggeva l'abitazione, e la minacciava di morte quando lei provava a chiamare il 112. "Chiami le guardie per il padre di tuo figlio", le diceva, minacciandola di levarle il bambino una volta nato, e dicendole che se mai si fosse messa con un altro uomo avrebbe ammazzato lei e lui.
Fortunatamente le persone vicine alla ragazza si sono rese conto della situazione e l'hanno spinta a denunciare. Una circostanza che ha permesso alla ragazza di fuoriuscire da questa situazione di violenza, e allontanare l'uomo. "L'appello per tutti è "di non voltarsi mai dall'altra parte" e di rivolgersi con fiducia e senza esitazioni alle istituzioni, per prestare assistenza e sostegno a tutte quelle donne che da sole non hanno la forza di denunciare – fa sapere la Polizia di Stato in una nota – È di fondamentale importanza anche invitare le vittime a contattare subito il 1522, numero anonimo gestito da un'associazione antiviolenza, e nel caso di emergenza inviare una segnalazione al Nue 112″.