Bracciante morto in un campo a Latina, s’indaga per omicidio colposo: forse stroncato dal caldo
Si stanno concentrando sull'ora in cui è avvenuta la tragedia i carabinieri della compagnia di Latina e i tecnici Spresal dell'Asl, che indagano sulla morte di Dalvir Singh, il bracciante indiano di 54 anni morto nel pomeriggio di venerdì mentre lavorava nelle campagne di Borgo Piave. L'uomo, che secondo quanto dichiarato dal datore di lavoro era andato alle 16.30 ad avviare l'impianto di irrigazione per i campi, è stramazzato al suolo colto molto probabilmente da infarto. L'ipotesi è che l'uomo si sia sentito male a causa del caldo: secondo l'ordinanza emessa dalla Regione Lazio lo scorso 19 agosto, fino al 31 agosto le persone che lavorano in condizioni rischiose a causa delle alte temperature devono fermarsi tra le 14 e le 16. Secondo il datore di lavoro dell'uomo Singh, che era stato assunto e aveva un regolare contratto, sarebbe andato nei campi verso le 16.30.
Morte Dalvir Singh, indagini in corso
Al momento la procura ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. S'indaga per omicidio colposo, in modo da poter disporre tutti gli accertamenti necessari a fare luce sulla morte di Dalvir Singh. Scopo degli inquirenti, è capire se la morte dell'uomo poteva essere evitata e se siano state prese tutte le misure necessarie dal datore di lavoro per far sì che non accadesse.
Arturo Scotto, capogruppo del Partito democratico nella commissione Lavoro della Camera, ha dichiarato ieri che "un altro bracciante è morto nelle campagne di Latina. Stroncato da caldo perché nessuno dovrebbe lavorare nei campi a 40 gradi all'ombra. Si chiamava Dalvir Singh e aveva 54 anni. Dunque, non va tutto bene, checchè ne dica la ministra Calderone". Scotto ha chiesto inoltre alla ministra del Lavoro di "riferire al Parlamento lo stato delle politiche di contrasto all'insicurezza sul lavoro nei campi. Non può più sottrarsi come ha fatto in tutti questi mesi".
Flai Cgil: "Non è morte naturale"
Sul caso è intervenuta anche la Flai Cgil Roma e Lazio, con le parole del segretario generale Stefano Morea. "Attendiamo maggiori dettagli, dopo l'autopsia, su cosa possa essere accaduto. Un malore? Un infortunio mortale sul lavoro? Sicuramente inaccettabile sentire ‘morte naturale' quando si parla di un uomo morto sul lavoro nel caldo torrido di agosto". "La morte di Dalvir – continua – in circostanze che nulla hanno a che vedere con quanto accaduto a Satnam, evidenzia le criticità di un settore, quello agricolo, caratterizzato sì da un lavoro duro e pesante ma proprio per questo che deve essere tutelato dai contratti. Se l'agricoltura è l'economia centrale del nostro territorio c'è bisogno subito di una vera alleanza tra le forze ‘serie' che vi operano. Un patto che metta in campo il rispetto totale delle leggi esistenti, che porti alle denunce delle aziende irregolari e dei ‘caporali' che propongono alle aziende veri e propri ‘pacchetti' di manodopera. Va messo immediatamente al centro il tema della sicurezza sul lavoro e di paghe eque e giuste per tutti. A partire dai rinnovi dei contratti di lavoro, dove bisogna in primo luogo recuperare l'inflazione e poi negoziare aumenti che determinino il reale miglioramento delle condizioni di vita di tutti i lavoratori che vi sono impiegati".