Botte alla ex incinta, il trapper Gallagher: “Mi faceva sentire insicuro paragonandomi ad altri cantanti”
"Sminuiva il mio lavoro: le mie canzoni non le piacevano, per lei ero sempre peggio degli altri cantanti. Non l'aiutavo in casa, è vero, ma non le ho mai messo le mani addosso, figuriamoci durante la gravidanza". Si difende così il trapper Gallagher, all'anagrafe Gabriele Magi, finito ai domiciliari con il braccialetto elettronico sabato scorso con l'accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti della ex compagna. La ragazza, che nel maggio 2022 ha partorito il loro bimbo, ha raccontato agli inquirenti di aver subito per due anni aggressioni fisiche e verbali.
Nel corso della deposizione, durata 45 minuti, il trapper ha raccontato la sua versione dei fatti davanti al pm. Una versione differente da quella resa dall'ex, riportata da Il Corriere della Sera.
Il racconto di Gallagher
"Non sono un santo, ho commesso errori e me ne scuso. Ma mi ha sempre sminuito, mi rendeva insicuro: mi faceva perdere la testa. Mi farò curare la malattia psichiatrica di cui soffro", ha spiegato.
Insulti e botte: secondo il gip il racconto della ragazza sarebbe attendibile. A confermarlo, oltre ai referti medici sulla costola rotta e quelli dello scorso settembre quando, in ospedale, le sono state riscontrate "percosse agli arti superiori e piccola ferita lacerocontusa al polso sinistro da taglio accidentale con vetro per riferita aggressione con percosse", anche testimonianze di amici e testimoni. "Ero in terra e continuava a prendermi a calci", aveva dichiarato la ragazza.
Diverso, invece, il racconto del trapper: "L'attesa di nostro figlio è stato il periodo più bello della mia vita – ha dichiarato – Abbiamo litigato prima e dopo, mai durante la gravidanza. Non l'aiutavo nelle faccende domestiche, ma sono sicuro di non averle mai messo una mano addosso".
Ora Gallagher, che non ha presentato istanza per la riforma della misura cautelare, resterà ai domiciliari: "Non mi supportava – ha continuato – Mi sminuiva nel lavoro e aveva da ridire anche sul dottore insieme al quale ho intrapreso una cura anni fa per guarire dalla mia malattia psichiatrica. Perdevo il controllo. Ma eravamo in due a litigare".