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Borseggiatrice incinta pestata nella metro perché non voleva pagare il pizzo: condannata una donna

Il caso della donna incinta all’ottavo mese di gravidanza picchiata nella metro da altri borseggiatori, aveva fatto il giro d’Italia. Per quel pestaggio è arrivata adesso una prima condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione.
A cura di Natascia Grbic
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Le immagini dal video del pestaggio.
Le immagini dal video del pestaggio.

È stata condannata a quattro anni e otto mesi Sabira Sejdic, una delle persone che lo scorso 5 aprile ha picchiato una donna incinta nella metro di Roma, rischiando di farle perdere il bambino. La donna, accusata di estorsione e lesioni, aveva imposto alla vittima un pizzo di mille euro da pagare per compiere i borseggi nella metro di Roma: quando lei non aveva dato quei soldi, Sejdic e altre quattro persone sono passate alla resa dei conti. Il video del violento pestaggio ha fatto il giro d'Italia: la donna, incinta all'otto mese, ha partorito nel pomeriggio stesso con un cesareo d'urgenza a causa delle percosse, mentre gli aggressori, tutti provenienti dal campo rom di Castel Romano, avevano provato a defilarsi. Dei cinque, per ora, è stata condannata solo Sejdic: tre sono minorenni, mentre un'altro è irreperibile.

La vittima, che ha denunciato i suoi aguzzini e fatto luce sul racket dei borseggi in metro, adesso non vive più in Italia. Lo riporta Il Corriere della Sera, che dà notizia dell'esito del processo. Quel giorno si trovava nella metro B a Roma quando è stata raggiunta dai cinque, che l'hanno cominciata a prendere a calci e pugni. Gettata a terra, è stata colpita al corpo e al volto, mentre lei con le mani si teneva il pancione. Dopo averla lasciata a terra ferita e piena di sangue, se ne sono andati, dileguandosi tra la folla. La donna è stata ricoverata al Policlinico Umberto I di Roma, dove è stata sottoposta immediatamente a un cesareo d'urgenza per salvare il bambino, che fortunatamente non ha riportato conseguenze.

Il motivo del pestaggio è stato chiarito dalla vittima stessa, che ha sporto denuncia agli agenti del commissariato Viminale. I cinque l'hanno aggredita perché avrebbe dovuto pagare un pizzo di mille euro per poter borseggiare nella metro di Roma. Lei ne aveva versati sono 300: e così, dopo vari avvertimenti, i due minori che gestivano il racket dei furti nella metropolitana sono passati dalle parole ai fatti. L'hanno cercata nei vari vagoni e, dopo averla trovata, l'hanno pestata a sangue.

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