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Bonus nido Lazio, il sito va in tilt e i fondi terminano dopo poche ore: tante famiglie escluse

Rispetto allo scorso anno, la Regione Lazio ha dimezzato i fondi destinati al bonus nido. Questo, e i continui bug del sito, hanno fatto sì che moltissime persone si siano trovate a non riuscire ad aprire nemmeno la pagina di login.
A cura di Natascia Grbic
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Una corsa contro il tempo, la burocrazia, i bug informatici. Può un aiuto delle istituzioni alle famiglie con figli diventare una guerra tra poveri? La risposta sensata chiaramente sarebbe no. Ma non è quello che è successo ieri, giorno di apertura delle domande per il bonus nido erogato dalla Regione Lazio. Alle 15, ora in cui si poteva accedere al sistema per presentare la richiesta, il sito era già in down: impossibile accedere, impossibile caricare le domande. Bug continui, sito in crash, piattaforma che buttava fuori gli utenti ogni due secondi. Con buona pace di milioni di persone che per ore hanno tentato di accedere alla piattaforma, e che avevano addirittura preso il pomeriggio dal lavoro per poterlo fare.

Immediate le polemiche sugli account social della Regione Lazio, che in pochi minuti sono stati invasi da centinaia di commenti. "A me non fa fare nemmeno la registrazione al portale è normale?", chiede una donna. "Non carica neanche la pagina di login, se la carica inserisci le credenziali e niente, in continuo download! Dalle 14,30 così", scrive un altro, in un susseguirsi di commenti tutti simili. "Attendere prego… con barra di caricamento azzurra… Quella è l'unica cosa che funziona divinamente dalle 15.00… quasi ipnotizzato". "Complimenti per la presa in giro, tutto il giorno collegata con il sito che buggava in continuazione per farmi dire adesso che i fondi sono terminati". Commenti a cui la Regione Lazio ha risposto scusandosi per l'inconveniente e consigliando di riprovare successivamente. "Ci stiamo lavorando", il leit motiv del povero social media manager che si è trovato a dover gestire questo caos. I fondi, accaparrati da pochi fortunati che sono riusciti a inserire la domanda, sono finiti dopo pochissime ore, generando un mare di proteste, indignazione e sconforto generale.

Il bonus nido regionale è una misura di aiuto economico che si va ad aggiungere al bonus nido erogato dall'Inps, e che copre fino a un massimo di 400 euro al mese. Si tratta di un supporto importante date le rette elevate che molti genitori devono sostenere per mandare i figli al nido, e che incidono non poco sul bilancio familiare. Data la scarsità di strutture pubbliche, soprattutto a Roma, tanti devono rivolgersi a nidi privati, le cui rette raggiungono costi di centinaia di euro al mese. Accedere ai bonus, quindi, è di fondamentale importanza per chi ha necessità di usufruire di questo servizio.

Quest'anno l'amministrazione regionale guidata da Francesco Rocca ha più che dimezzato i fondi a disposizione per il bonus nido regionale. A fronte degli 11 milioni stanziati lo scorso anno, per il 2024/2025 sono stati erogati appena 4,8 milioni di euro. Fondi che già lo scorso anno avevano riguardato una piccolissima percentuale di famiglie, destinata quest'anno a essere ancora più bassa.

"La questione va ben oltre il malfunzionamento tecnico di una piattaforma – dice il fisico e comunicatore scientifico Giorgio Sestili in una lettera inviata ai quotidiani per denunciare la situazione – Parliamo di un finanziamento che quest’anno, con la giunta regionale di centrodestra, è sceso drasticamente a soli 4,8 milioni di euro, contro gli 11 milioni dello scorso anno (comunque insufficienti), in una città come Roma che conta oltre 17 mila bambini iscritti ai nidi comunali e convenzionati e dove, a conti fatti, le rette annuali superano i 70 milioni di euro. E parliamo solo della città di Roma e dei nidi comunali e convenzionati, mentre il bonus della Regione Lazio è per tutta la regione e anche per chi è iscritto a nidi privati. È evidente che queste risorse non coprono nemmeno una minima parte delle famiglie che ne avrebbero bisogno: meno del 7% su Roma, meno del 5% se si considera tutto il Lazio. Mi domando se sia questa l'idea di sostegno concreto alle famiglie di questo governo. Ci dicono che non facciamo figli ma fanno di tutto per rendere la nostra genitorialità sempre più complicata. Il diritto all’educazione nella prima infanzia non può e non deve essere una lotteria".

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