Bomba sull’auto di Marco Doria: “Ho sentito un rumore di plastica, sono uscito e ho visto l’ordigno”
"Non ho intenzione di arretrare di un millimetro. Se prima lavoravo dieci ore al giorno da domani ne lavorerò quindici. Andrò avanti, costi quel che costi, perché continuerò a denunciare il marcio ogni volta che ne avrò l'occasione". Queste le parole di Marco Andrea Doria all'indomani del grave episodio che lo ha visto protagonista, con una bomba piazzata sulla sua auto da ignoti, nei pressi dello Stadio Olimpico. Sono circa due anni che il presidente per la riqualificazione dei parchi e delle ville storiche di Roma subisce minacce e intimidazioni, molte delle quali gravi. L'ultima ieri, con un ordigno rudimentale che sarebbe potuto esplodere e causare seri danni a Doria. Fortunatamente non è accaduto: il delegato comunale si è subito reso conto che qualcosa non andava, ha controllato la sua Smart e ha visto l'ordigno. Dopodiché si è rivolto immediatamente alle forze dell'ordine.
La bomba piazzata sulla parte anteriore dell'auto
"Nella giornata di ieri sono andato in Campidoglio – ricostruisce Doria – Avevo un incontro con lo staff della sindaca per pianificare delle attività e al rientro in ufficio in zona Prati, verso le 17, sono andato a riprendere la macchina parcheggiata in via Giuseppe Ferrari. Entrando ho azionato i tergicristalli per pulire il parabrezza e ho sentito un rumore strano, come di plastica. Sono sceso e ho visto che la placca in plastica sotto i tergicristalli era divelta, ho provato a metterla a posto ma non entrava. Così ho alzato la placca e ho visto l'ordigno, una bombola di gas di circa 20cm con dei fili che uscivano. Immediatamente ho contattato la Digos, e dopo qualche minuto la polizia era sul posto". Il resto è noto: l'intervento degli artificieri ha scongiurato l'esplosione della bomba. L'area è stata messa in sicurezza e l'ordigno disinnescato. E ora indaga la polizia, per capire chi sia stato a piazzare la bomba sulla Smart di Marco Doria.
Doria: "Due anni che ricevo minacce"
Il delegato comunale non è nuovo a minacce e intimidazioni. Da oltre due anni vive sotto sorveglianza delle forze dell'ordine, e adesso il livello di attenzione nei suoi confronti potrebbe essere ulteriormente innalzato. "Nel novembre 2020 ho subito un tentato omicidio – continua Doria – Qualcuno con una siringa ha messo dell'acido nella bottiglia d'acqua che avevo sulla scrivania nell'ufficio di Villa Doria Pamphili. Mi hanno ucciso il cane, dato fuoco al giardino, messo una croce sulla porta di casa, un proiettile di mortaio sull'auto. Ormai ho perso il conto di tutto quello che ho subito. Ma non arretro di un passo: io se vedo il marcio denuncio, non mi interessa se ciò che faccio non piace a qualcuno".
Intervista di Simona Berterame