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News sull'incidente a Roma tra Lamborghini e Smart

Bimbo ucciso a Casal Palocco, chiesto il giudizio immediato per lo youtuber Matteo Di Pietro

Per il ragazzo alla guida della Lamborghini Urus è stato chiesto il giudizio immediato. Matteo Di Pietro, leader dei The Borderline, era alle prese con una sfida social quando si è schiantato contro un’altra auto, causando la morte di un bimbo di cinque anni.
A cura di Natascia Grbic
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È stato chiesto il giudizio immediato per Matteo Di Pietro, lo youtuber che lo scorso 14 giugno alla guida di una Lamborghini Urus si è schiantato contro un'altra auto, causando la morte di un bambino di cinque anni. Di Pietro, leader dei The Borderline (scioltisi dopo la tragedia), è accusato di omicidio stradale e lesioni. La richiesta è al vaglio del giudice delle indagini preliminari, che deciderà se accogliere la richiesta della procura o meno. Nell'incidente rimasero feriti in modo grave anche la mamma del bimbo e la sorellina. Per il piccolo, le cui condizioni sono apparse sin da subito disperate, non c'è stato nulla da fare ed è morto poco dopo lo schianto.

Matteo Di Pietro è attualmente agli arresti domiciliari. Nell'ordinanza con cui il gip ha disposto la misura cautelare è emerso che la Lamborghini viaggiava a 124km orari nel momento in cui ha travolto la Smart con a bordo la famiglia. Una velocità ben superiore ai limiti consentiti in quell'area, nei cui pressi c'era anche una scuola. In quel momento Di Pietro era a bordo della macchina insieme ad altre quattro persone – di cui tre dei The Borderline – e stavano filmando una sfida per i social che prevedeva di passare trenta ore nella Lamborghini senza mai scendere dall'auto.

Nell'ordinanza che ha disposto gli arresti domiciliari si legge che "l'unico ed evidente fine era di impressionare e catturare l'attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all'interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h".

La dinamica di quanto avvenuto lo scorso 14 giugno è stata cristallizzata in una maxi perizia disposta dalla procura, che ha analizzato i dati del Gps della Lamborghini presa a noleggio. "Il Suv al momento di imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15:38, si fermava – si legge nel documento – Dopo avere imboccato la via riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 chilometri orari immediatamente prima dell'impatto. L'assenza di tracce di frenata dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell'avvistamento dell'auto in prossimità del punto in cui si è verificato l'incidente".

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