Bimbo sospeso perché iperattivo, tornano gli ispettori nella scuola: ascoltati i genitori
ett
Sono tornati gli ispettori nella scuola di Ladispoli dove la scorsa settimana un bambino di sei anni è stato sospeso per 21 giorni. Nella giornata di oggi saranno ascoltati i genitori del piccolo, a cui il preside aveva vietato l'ingresso nonostante il decreto del Tar, che ne disponeva il reintegro. Ieri è stato sentito il preside, sospeso subito dopo i fatti. Il suo ruolo, adesso, è stato affidato a un reggente, ma l'uomo ha già annunciato che presenterà ricorso contro il provvedimento.
"Non avevamo letto le mail, non sapevamo del decreto del Tar, non c’è stata volontà di non far entrare il bambino — ha dichiarato il preside a Il Corriere della Sera —. L’ho allontanato per dare un segnale forte ai genitori: da mesi chiedevamo loro certificazioni mediche per fare domanda di più ore di sostegno per l’alunno, che ne ha 11 su 40 totali, senza avere risposte. L’alunno non può capire, qui però l’abbandono non è da parte della scuola ma della famiglia, noi l’abbiamo sempre aiutato. Io ho maestre esaurite che minacciano di darsi malate, i genitori non l’hanno capito con l’italiano, ho scelto questo altro modo".
La vicenda è iniziata lo scorso 26 febbraio, quando ai genitori è arrivata una pec con scritto "vostro figlio è allontanato dalla comunità scolastica dal 28 febbraio al 21 marzo". Il bimbo è affetto da disturbo del deficit con iperattività, e sarebbe questa la causa del suo allontanamento: un motivo che ha subito scatenato l'indignazione dei genitori, che si sono rivolti al Tar. Il Tribunale ha dato loro ragione e disposto l'immediato reintegro in classe del piccolo. Ma quando il padre è tornato con il bimbo a scuola, non c'è stato nulla da fare: il preside gli ha vietato l'ingresso. Nemmeno l'arrivo dei carabinieri ha cambiato la situazione, con il bimbo che è dovuto tornare a casa.