Bimbo morto schiacciato nel nastro trasportatore, a processo c’è lo zio: “Imperizia e negligenza”
Il 12 settembre del 2018 il piccolo Osif, 4 anni, è morto schiacciato dal nastro trasportatore dell'azienda agricola di famiglia a Terracina, provincia di Latina. A processo c'è suo zio, accusato di omicidio colposo e in particolare di imperizia e negligenza nel non aver adottato gli accorgimenti necessari a mettere in sicurezza il luogo dove il bimbo è morto.
Riportò fratture multiple, i medici non riuscirono a salvargli la vita
Uno dei carabinieri intervenuti sul posto ha ricostruito così i fatti davanti al giudice del tribunale di Latina Roberta Brenda: il piccolo entrò nel capannone industriale, che si trova accanto alla casa in cui viveva. L'azienda, una cooperativa agricola, è di proprietà dello zio. Salì sul nastro trasportatore di un impianto utilizzato per lavare gli ortaggi e rimase incastrato con entrambe le braccia tra i rulli della macchina. Riportò fratture multiple e traumi diffusi. Soccorso, fu trasportato d'urgenza al policlinico Gemelli di Roma, ma i medici non riuscirono a salvargli la vita.
Il 21 novembre la prossima udienza
Stando a quanto riporta Roma Today, l'imputato azionò il quadro elettrico generale, accendendo così la macchina. Ma i rulli non risultarono provvisti della rete di protezione e il quadro risultò privo del tasto di arresto. Non solo: quando l'uomo si allontanò dal capannone non chiuse la porta di accesso al locale e non disattivò l'impianto elettrico. Quando il piccolo entrò all'interno, il nastro era ancora acceso.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 21 novembre, quando saranno ascoltati la madre del bimbo e il suo compagno. Questi ultimi non si sono costituiti parte civile.