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Bimbo morto alle terme, pm chiede parere tecnico: davvero le griglie non c’erano per risparmiare?

La procura di Tivoli ha disposto una perizia tecnica per accertare la dinamica di quanto avvenuto alle terme di Cretone, dove il 17 agosto è morto annegato in una delle piscine un bambino di 8 anni.
A cura di Enrico Tata
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Immagine di repertorio
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La procura di Tivoli ha disposto una perizia tecnica per accertare e verificare la dinamica di quanto avvenuto alle terme di Cretone, dove il 17 agosto è morto un bambino di 8 anni. Il piccolo è stato risucchiato dal tubo di aspirazione dell'acqua di una delle piscine della struttura ed è rimasto incastrato. Quel bocchettone era sprovvisto di grata di sicurezza e, quindi, parte del corpo della vittima è finito all'interno del canale di aspirazione, che ha un diametro di circa 40 centimetri. Grande abbastanza per mettere in pericolo la vita di un bambino.

Perché quel pomeriggio non era stata posizionata una grata di sicurezza a protezione del tubo? Una consuetudine, una dimenticanza oppure un atto deliberato e pericoloso? Secondo uno degli indagati, un bagnino di 18 anni, quella grata è stata eliminata con l'obiettivo di velocizzare le operazioni di svuotamento delle vasche: "Ci hanno detto di sbrigarci, perché se avessimo fatto tardi ci avrebbero dovuto pagare gli straordinari e non volevano farlo: la piscina doveva essere vuota entro le otto. Non ho mai visto quella grata. Ma avevo controllato: non c'era nessuno in piscina, erano tutti dietro la corda per isolare le piscine in fase di svuotamento, molti al bar. Così ho attivato il sistema".

Il secondo interrogativo a cui stanno cercando di rispondere gli inquirenti: era una procedura standard l'attivazione del sistema di aspirazione dell'acqua prima della completa chiusura della struttura termale? Sicuramente è stato diffuso un avviso dagli altoparlanti in cui si chiedeva di uscire dalle piscine per consentire l'inizio delle operazioni, ma altrettanto certamente lo svuotamento è iniziato quando ancora molti clienti si trovavano all'interno delle terme.

Altra circostanza da verificare: il centro era dotato di attrezzature mediche di pronto soccorso e utili ad intervenire in situazioni di emergenza come questa? Secondo un testimone non c'erano bombole d'ossigeno per restare sott'acqua e, anzi, l'unica attrezzatura fornita per tentare il salvataggio del piccolo consisteva in due maschere con boccaglio.

Ancora, le operazioni di svuotamento non potevano essere interrotte, secondo i gestori, proprio perché all'interno del meccanismo di aspirazione dell'acqua era rimasto incastrato il bambino. È proprio così? Anche su questo i periti coinvolti nelle indagini dovranno esprimersi.

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