Bimbo morto alle terme, il bagnino: “Senza grata per velocizzare tempi e non pagarci gli straordinari”
Nella piscina delle Terme di Cretone non ci sarebbe stata nessuna grata a protezione del bocchettone da cui è stato risucchiato, perdendo la vita, il bambino di 8 anni lo scorso 17 agosto. Secondo la testimonianza di uno dei bagnini della struttura, l'assenza della griglia avrebbe reso l'attività di pulizia più veloce. "Ci hanno detto di sbrigarci, perché se avessimo fatto tardi ci avrebbero dovuto pagare gli straordinari e non volevano farlo: la piscina doveva essere vuota entro le otto", avrebbe dichiarato il ragazzo, come confermato dagli altri dipendenti della struttura (anche quelli non sotto indagine) e riportato da la Repubblica.
Piscina senza grata per non pagare gli straordinari
Il ragazzo, interrogato dagli inquirenti, avrebbe spiegato che l'assenza della protezione serviva a velocizzare i tempi. "Non ho mai visto quella grata – avrebbe rivelato il bagnino diciottenne – Ma avevo controllato: non c'era nessuno in piscina, erano tutti dietro la corda per isolare le piscine in fase di svuotamento, molti al bar. Così ho attivato il sistema". Una volta iniziato il drenaggio, però, il piccolo è stato risucchiato dal bocchettone.
Le indagini
Per quanto accaduto, la Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Nel registro degli indagati si trovano quattro persone: due amministratori della struttura termale e due bagnini che quel giorno erano in servizio, uno di 18 e l'altro di 20 anni. Uno degli avvocati dei quattro imputati è il sindaco di Palombara Sabina.
Nella giornata di ieri è stata effettuata l'autopsia sul corpo del piccolo, un bimbo russo che viveva in Italia da un paio di anni. Ad accorgersi della sua assenza è stata la sorellina, che avrebbe detto al papà che il fratellino era andato via. Era tornato, forse caduto, in piscina.
Il piccolo risucchiato dal bocchettone della piscina
Si è trattato di pochi attimi: una volta attivato il sistema di drenaggio, il piccolo è stato risucchiato nel bocchettone, un tubo dal diametro di circa 40 centimetri. Non appena si sono accorti di quanto stava succedendo, il papà del bambino si è precipitato in piscina insieme ad altri bagnanti, provandolo a salvare. Per lui, però, non c'è stato nulla da fare: soltanto ore dopo i vigili del fuoco sono riusciti ad estrarre il corpicino dal tubo.
La mancata grata di protezione
Fin da subito molti si sono chiesti come sia stato possibile che il piccolo finisse nel tubo. Quella che era una prima ipotesi, potrebbe diventare presto una certezza: a protezione del bocchetto sembra che non ci fosse alcuna grata di protezione. "Io non ho visto niente di simile, non c'erano protezioni", aveva raccontato a Fanpage.it un testimone che aveva prestato soccorso al bimbo rimasto incastrato.