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Bimbo sospeso dalle lezioni perché iperattivo a Ladispoli: scuola condannata a pagare risarcimento

A prendere la decisione i giudici del Tar che ha condannato la scuola del piccolo a pagare un risarcimento di 2mila euro.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio (Getty Images)
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Era stato allontanato lo scorso febbraio dalla scuola che frequentava, considerato "troppo vivace" e "iperattivo" a causa di un deficit di attenzione dovuto all'Adhd. Il Consiglio di istituto della scuola Corrado Melone di Ladispoli lo aveva ritenuto "non idoneo per la comunità scolastica".

I genitori del piccolo, sospeso dalle lezioni, si sono rivolti al Tar. Dopo il reinserimento a scuola con l'aggiunta di alcune ore di sostegno, l'indagine aperta al ministero dell'Istruzione e la sospensione del preside Riccardo Agresti che avrebbe continuato a "negargli l'accesso", è arrivata la sentenza del tribunale: la scuola dovrà risarcire la sua famiglia con duemila euro.

La sentenza del Tar e la reazione dei genitori

"Non ci interessano i soldi – ha spiegato il padre una volta appreso della sentenza – Ma vogliamo che sia chiaro che i bambini non devono mai essere allontanati da scuola. Per questo ci siamo rivolti ai carabinieri e ai giudici. E la sentenza dimostra che avevamo ragione noi".

Secondo quanto spiega l'avvocato della famiglia del piccolo, Daniele Leppe, ci sarebbero state due diverse fasi da parte della scuola. Come esplicitato nella sentenza, secondo i giudici il provvedimento disciplinare non sarebbe stato diretto a sanzionare il bambino, ma per raggiungere un altro scopo. Eppure, secondo l'avvocato, questo scopo ultimo sarebbe emerso solo successivamente.

"Prima si è puntato sull'espulsione del bambino per una mancata educazione da parte della famiglia o comunque per il comportamento in classe. Soltanto nei documenti analizzati in tribunale fra i motivi sono emerse le difficoltà di non avere ore sufficienti di sostegno – sottolinea il legale – Ad ogni modo il tribunale ha stabilito che la decisione della scuola era sbagliata, nonostante la revoca, avvenuta dalla scuola in autotutela, della sospensione del piccolo. Senza la riammissione la scuola sarebbe stata sanzionata non solo economicamente".

La reazione del preside della scuola

"Rifarei tutto". Questo il commento del preside dopo la sentenza del Tar che ha condannato la scuola al risarcimento. "Con quel clamore mediatico oggi i bambino ha ottenuto 40 ore settimanali di copertura con l'insegnante di sostegno invece di 11. A me basta questo. Per me lo scopo era questo, la sentenza poi è interpretabile", ha concluso.

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